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Posts Tagged ‘Bucha’

I bambini hanno un naturale dono di sintesi. In questo disegno “bambino”, ma solo per l’età dell’autore, l’assurdo della guerra prende forma e colore. Una casetta in fiamme per le bombe sganciate da un aereo in sorvolo, un carrarmato che spara e spiana, un corpo a terra invaso dal sangue. Tutto, nella sua semplicità, è già presente: la forza militare che irrompe e devasta, la vita civile che soccombe all’orrore.

Così quella putiniana “operazione speciale” del 24 febbraio 2022 si è rivelata subito per quanto di “speciale”, cioè “fuori norma”, portava con sé: un atto prepotente di invasione nei confronti di uno Stato sovrano, una rapida “operazione chirurgica” per  eliminare il Presidente Zelensky al fine di assoggettare a sé l’Ucraina. Sottovalutando però la determinazione e il coraggio del popolo ucraino nel difendere la propria terra.

Sarà Bucha, e l’orrore delle sue fosse comuni, a rendere evidente non solo più la guerra ma il suo crimine: le torture e le uccisioni sommarie dei civili hanno segnato la svolta delle intenzioni dell’invasore. Eliminare un popolo. Di nuovo, ancora.

Con lo spettro del nucleare sempre più sventolato al mondo come un cadaverico fazzoletto in una rivisitata forma del gioco “Bandiera”. Mentre sul tavolo del “Risiko” giacciono inermi, tra carrarmati e mine inesplose, le esistenze di chi è diventato, obtorto collo, pedina numerica di una diabolica e tracotante scacchiera di morte.

E con un filo di “ricucitura” tanto esile…

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Renato Guttuso, “Fucilazione in campagna” – 1938.

La guerra è sempre dolore inutile e con quella sua triste costante che ricordava Gino Strada, “il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile“.

Poi ci sono i crimini di guerra. Che sono sofferenza inflitta in modo spietato e gratuito, cioè tortura, ad una popolazione. Per eliminarla. Abbandonandone i corpi in strada o nascondendoli in fosse comuni. E negando che ciò sia avvenuto. Un massacro da denunciare, perseguire e punire.

Dire infine che tali crimini sono, come sostiene la Russia, “una produzione di Kiev per i media occidentali”, è follia non più umana, bensì un orrore elevato a sistema. Che fa mancare persino il fiato, non solo le parole.

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