I borghi d’Italia sono uno dei nostri vanti nazionali. Quindi vedendo le colline di Barga scorrere sul video di casa mi soffermo perché, pur non avendo mai visitato questa scheggia di Toscana, riecheggiano in me i versi pascoliani de “L’ora di Barga”. Barga è infatti il luogo del “fanciullino” della poesia italiana, lì c’è la sua casa-museo.
Persa nella memoria di quel ritmo, solo successivamente mi accorgo della trasmissione che “ospita” Barga, “Ti ci porto io”, e dei due conduttori, il cuoco Vissani e Lady Mentana (ha un altro ruolo?) Michela Rocco di Torrepadula (forse è l’estensione del nome ad occupare parte del suo tempo…).
I versi di una malinconica lirica pascoliana (“Il vento soffia e nevica la frasca…“), “Lavandare”, in uscita da un cellulare permettono ad un esperto di spiegare che attraverso codici e app si possono in loco ascoltare le poesie del nostro.
A questo punto si incastona la chicca sapienziale della Torrepadula che, con quella spocchiosità che la contraddistingue, fa un intervento non richiesto ma convinto a voce tesa per mostrare che lei se ne intende, declamando alta: “L’albero a cui porgevi (sic, “tendevi“!) la pargoletta mano…” Peccato che il testo, “Pianto antico”, non sia di Pascoli ma di Carducci, il che non è propriamente uguale.
Poiché nulla in televisione è improvvisato, la Michela poteva documentarsi se voleva fare dotte citazioni per essere all’altezza della sua fama di colta conduttrice. Ma può forse questa essere un’attività per chi cammina a tre metri da terra?
E in sede di montaggio? L’errore macroscopico continua indefesso la sua corsa in sala di montaggio, luogo in cui un tempo si tagliava quanto era brutto, inutile, errato, e che ora è diventato tempio di mistificazione somma. I tecnici, guardando con ammirazione Lady Mentana, già tronfia di suo, avranno esclamato: “Bella citazione, Michela! Qui ci sta d’incanto.” Già, come cacio sui maccheroni, avrà suggerito dal fondo della sala lo chef Vissani…