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Posts Tagged ‘attentato mafioso’

Noi siamo Capaci. Perché tutti noi italiani portiamo inscritto nel profondo la tragedia di Capaci.

Chi c’era, ricordando esattamente dove fosse in quel momento e il buco nero che si aprì dentro, riverbero di quella orrifica detonazione che portò via, su un’autostrada siciliana in un pomeriggio di fine maggio di 29 anni fa, Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Chi non c’era, sentendone il racconto e coltivando una coscienza critica intorno alla mafia e a tutti quelli che l’hanno combattuta con determinazione e coraggio, sacrificando anche la propria vita.

Una domanda è però quella che ci accompagna nel tempo, nonostante molto sia stato smosso dal terreno mafioso. Siamo autenticamente “capaci”, come popolo, di far vivere tanta eredità, sottraendoci ogni giorno, anche nei comportamenti, alla cultura dell’illecito, del sopruso, del sotterfugio? Insomma siamo davvero “capaci” di scegliere la strada spesso più ardua e meno agevole?

Solo in questo modo potremo forse essere all’altezza di quell’immane sacrificio, umano e morale.

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rocco chinnici

Trent’anni fa, il 29 luglio 1983, fu ucciso dalla mafia il magistrato Rocco Chinnici. Considerato il padre del Pool antimafia, quello che compose chiamando a sé anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fu il primo magistrato a recarsi nelle scuole per parlare agli studenti della mafia e dei pericoli della droga, perché «Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi» – diceva – «fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai».

In una delle sue ultime interviste Chinnici disse: «La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare».

Rocco Chinnici fu ucciso con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione, insieme a due componenti della sua scorta, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile Federico Stefano Li Sacchi. Ad azionare il detonatore che provocò l’esplosione fu il killer mafioso Antonino Madonia.

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Il 23 maggio 1992 sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita in un attentato mafioso il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” – Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992).

Francesca Laura Morvillo (Palermo, 14 dicembre 1945 – Palermo, 23 maggio 1992).

Rocco Dicillo (Triggiano, 13 aprile 1962 – Capaci, 23 maggio 1992).

Antonio Montinaro (Calimera, 1962 – Capaci, 23 maggio 1992).

Vito Schifani (Palermo, 1965 – Capaci, 23 maggio 1992).

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