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Posts Tagged ‘anguria’

Renato Guttuso, “Angurie” – 1986

Che caldo! Un’afa pazzesca! Non si dorme!

Alla caliente temperatura estiva tutto, ma proprio tutto, parole comprese, diventa iperbolico.

Onde di caldo anomalo, città da bollino rosso, Nerone infiamma l’aria, umidità alle stelle, anticiclone africano, notti tropicali, aria irrespirabile”.

In un continuo crescendo di gradi espressivi. Che passeggiano, mano nella mano, con i gradi del termometro. Conducendo noi, indifese prede della canicola, allo sfinimento fisico e alla saturazione mentale.

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estatea

La si può ancora chiamare estate questa copia affaticata e sbiadita dell’estate ideale?

Con una temperatura di calcuttiana memoria,  l’aria ozonata senza refolo alcuno, il mare non più meta di refrigerio ma brodo in cui i pesci cominciano la loro cottura, la pioggia non quella leggera del pineto dannunziano ma stretta parente di quella monsonica, si può ancora parlare di estate?

La parola estate, almeno io, la associo con il benessere tout court: giornate allungate a dismisura come i corpi finalmente a bearsi senza troppo vestiti, le nuotate infinite cercando di cogliere le correnti subacquee fredde per seguire un branco di sardine, profumi di soffritto olio e aglio in cui tuffare le vongole maritate ai pomodorini, le cicale ad accompagnare le ore più calde e più lente, la brezza della sera per giri di valzer e cuore, l’incantamento di fronte alla solita ombra stampata sul muro, le infradito a calzare i passi liquefatti del giorno, la fetta d’anguria a placare l’arsura felice del tempo che va senza ore…

Questa per me è l’estate.

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Estate

Benvenuta estate! Con tutti i suoi simboli.

Dalla rossa e freschissima fetta d’anguria agli spettacolari fuochi d’artificio.

Dalle infradito hawaiane alle valigie in continuo divenire.

Dalla sonnolenta siesta pomeridiana alle notti che non finiscono mai.

Dal cicaleccio continuo delle cicale alla luce abbacinante del giorno.

Dal profumo esotico del solare all’odore intenso di mare e sale.

E tempo e passi che si fanno lenti, al ritmo giallo del sole.

 

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Frida Khalo, “Viva la vida” – 1954

È il frutto dell’albero della sete.
È la balena verde dell’estate.

L’universo secco
all’improvviso
cancellato
da questo firmamento di freschezza
lascia cadere
la frutta
traboccante:
si aprono i suoi emisferi
mostrando una bandiera
verde, bianca, scarlatta,
che si scioglie
in cascata, in zucchero,
in delizia!

Cassaforte dell’acqua, placida
regina
del fruttivendolo,
bottega
della profondità, luna
terrestre!

Pablo Neruda, da “Ode all’anguria”.

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