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Posts Tagged ‘amicizia’

Ci era piaciuto tanto quell’abbraccio tra Vialli e Mancini per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio nell’estate sportivamente magica del 2021.

Ci era piaciuto perché c’era commozione, amicizia, condivisione. In breve, un idem sentire, quel medesimo sentire, raro e prezioso, che ti fa provare quanto prova l’altro, e di ciò gioisci.

Oggi, all’uscita di scena terrena di uno dei due “gemelli del gol”, quell’abbraccio assume una diversa sfumatura, ancora più tenera, seppure più triste. Perché cogliamo, ora e purtroppo, che quell’abbraccio non riguardava solo il qui e ora, ma anche l’altrove e l’allora, ovvero il viaggio, la bellezza, la fatica, la gioia, il dolore, la speranza. Insomma, la vita tutta.

Ecco perché quell’abbraccio oggi ci emoziona ancora di più. Perché riguarda tutti noi.

Ps: Terra lievissima a quel “capitano di navigazione” che è stato Gianluca Vialli.

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Accade di rado che un libro ci sposti da dove siamo, ma quando succede è festa per i propri interni circuiti.

Non è sufficiente che la storia sia avvincente e scritta bene. Per spostarti un libro deve raccontarti qualcosa che metta in discussione il tuo “centro di gravità permanente”, regalandoti nuove possibilità di comportamento o anche solo di visione.

“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman è uno di questi libri, rari, che compiono il miracolo di “spostarti”, ricentrandoti attraverso nuove coordinate di viaggio. Ma in senso concreto, per e con i passi di ogni giorno intorno al mondo, anche quello piccolo, concentrico a noi.

Storia magmatica e fagocitante quella di Eleanor, per cui già dalle prime righe la odori, la respiri, la tocchi. E sei con lei in ufficio, per strada, in casa. Fastidiata con lei, incalzante come lei, protettiva per lei.

Il resto sta intorno. A lei, a chi legge, a cosa siamo diventati. All’apparenza senza possibilità di vasi comunicanti. Anche se è sufficiente un singolo ed inaspettato evento perché tutto possa essere posto in discussione. Attraverso spaesamento e gentilezza. Due parole oggi poco usate, forse perché agli antipodi delle certezze e delle prepotenze del mondo nuovo 2.0.

Vi auguro che Eleanor Oliphant, indubitabilmente mia amica, diventi anche amica vostra. Spostandovi irrimediabilmente.

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Una statua di Kiev, rappresentante l’amicizia tra un operaio russo e uno ucraino, violata. Definitivamente.

Con la testa del russo rotolata a terra, che scruta, quasi sorpreso, il mondo dal basso.  Inaspettatamente.

Perché il monumento era nato affinché i due operai stessero sempre insieme. A sottolineare quanto i due popoli siano/fossero fratelli. Atavicamente.

Ma la guerra scava trincee. In terra. E in testa.

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A tutti gli amici di “espress451” l’augurio di un 2018 prospero di Buona Energia.

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Film italiano dell’anno “La pazza gioia” di Paolo Virzì, vincitore di tre David di Donatello. Oltre al film si aggiudica il premio anche la regia e l’attrice protagonista Valeria Bruni Tedeschi.

Pellicola leggera ma di peso, sul tema della malattia mentale vista come interruzione umana, difficile da comprendere seppur affascinante per indagare il nostro lato oscuro. O forse davvero chiaro.

Cuore, amicizia, salto nel buio, salto in aria, colore, allegria. E anche scavo, buio, dolore, incomprensione.

Ma con la felicità forse a portata di mano per tutti se, come afferma il personaggio di Beatrice/ Valeria Bruni Tedeschi, “La felicità si trova nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili.

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Dieci anni fa, il 4 febbraio 2004, nasceva Facebook, un “volume di volti” talmente enorme da disorientarci.

Perché con Facebook il concetto di “amicizia” si è distorto. A partire dalla Domanda: “mi dai l’amicizia?“. Richiesta che continua ad essere per me motivo di stordimento. Si può “dare” un rapporto tanto speciale che può solo essere conquistato sul campo, a fronte di lotte, successi, cadute, bevute, abbracci? Perché “dare” è verbo particolare, che porta inscritto in sé l’oggetto da “consegnare”. Come si fa con una raccomandata alle Poste, o una forchetta in cucina, o un solare in spiaggia.

Avrete capito che non faccio parte del mondo Facebook. In virtù della parola “amicizia”. Di cui per me resta necessario l’odore. Condividendo a mano sale e sole.

Ma queste forse sono solo riflessioni di una non “nativa digitale”, e quasi sempre viaggiatrice “sconnessa”. In direzione, ovviamente, “ostinata e contraria”.

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A gentile richiesta, la ricetta. Non di un singolo piatto, ma di un modo per godere dei piatti. La merenda cenoira. Quella merenda che viene apparecchiata nell’ora del crepuscolo, con pochi ingredienti ma due necessari, amicizia e intimità.

Un bicchiere di vino, un tagliere con qualche formaggio, volendo anche salume, tovaglia a quadretti, e piacere lento, da assaporare con le lancette quasi ferme. A ricordarci che l’autentica merenda è “cosa meritata”.

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La Citazione

L’amicizia è un’anima sola in due corpi“. – Aristotele.

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