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Posts Tagged ‘alghe’

Oggi è stata la volta del pesce salpa. Anzi di un banco di pesci salpa. Grandi e tanti. Più di una trentina.

Sempre che non sia l’effetto allucinogeno, e moltiplicatore, che questi pesci danno…

Ps: la salpa era consumata dagli antichi romani come droga allucinogena. Può infatti presentare attività psicotropa dovuta a particolari alghe di cui si nutre.

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Spigola

La spigola, quell’ombra grigia profilata nell’azzurro, avanza verso di lui e pare immobile, sospesa, come un aereo quando lo vedo sbucare ancora silenzioso nel cerchio tranquillo del mattino. L’occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame, la testa corrucciata di una maschera cinese – è vicina, vicinissima, un tiro. La Grande Occasione- L’aletta dell’arpione fa da mirino sulla linea smagliante del fucile, lo sguardo segue un punto tra le branchie e le spine dorsali. Sta per tirare – sarà più di dieci chili, attento, non si può sbagliare! – e la Cosa Temuta e ripete: una pigrizia maledetta che costringe il corpo a un disobbedire, la vita che nel momento decisivo ti abbandona. Luccica lì, sul fondo di sabbia, la freccia inutile. La spigola passa lenta, come se non ci fosse, quasi potrebbe toccarla, e scompare in una zona d’ombra, nel buio degli scogli. Adesso sta inseguendo la Grande Occasione Mancata. Per ultimi oscuri corridoi sottomarini, ombre come alghe viola, e gelo in tutto il corpo. Uomo che si abitua a quel morto chiaro distingue il poltrone del salotto, il lungo tavolo di legno scuro, il paralume verde, il divano, la macchia di caffè sul cuscino giallo. La spigola deve essere scomparsa in qualche angolo buio, dietro quel cassettone o nella stanza di là, sotto il letto dove lui ora sta dormendo. Ma non importa più, siamo ci siamo, eccola La Scena. Si presenta semper identica: lo sguardo di Carla che splende come un mattino tutto luce in fondo, e lei così vicino – anche il battito del cuore! – vicina, con l’occhio marino aspettando. E poi offesa? stupita? incredula? prontamente disinvolta comunque, eccola di nuovo seduta sul letto pettinandosi, per sempre lontanissima, che tenta di superare l’imbarazzo. Lui la guarda mentre lei è pettina i capelli raccolti sulla nuca, bionda coda di cavallo oscillante – luminosi come sulla spiaggia nella notte di Capodanno! – lui senza vita e un sorriso umiliato che copre il desiderio di morire. E i ragazzi, t’immagini le facce? le risate? le chiacchiere, se sapessero. Lui, solo, con La Grande Occasione Mancata, e tutti i loro occhi aperti sulla Scena.

Incipit “Ferito a morte” di Raffaele La Capria.

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“Quell’anno il mare fu solo per le alghe e il catrame. Sandra arrivò a Montecarlo in una notte di pioggia molle e grigia.
Allo Splendid dissero che la sua stanza sarebbe stata pronta da lì a una settimana. C’era stato un contrattempo e l’albergo era in mano a comitive di giapponesi che, per una catena di scioperi aerei, si erano presentati il lunedì successivo a quello previsto.
Sandra aveva viaggiato male, con un’auto che andava a strappi, forse l’impianto elettrico, forse la frizione, senza che sull’autostrada, a nessun distributore, qualcuno fosse stato in grado di rassicurarla.
Era stanca, gli occhi le bruciavano; forse aveva fame o forse aveva solo voglia di fare un bagno caldo con un bicchiere di whisky in mano.”

“La guerra del basilico” di Nico Orengo

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