Non sembra vero. Ma facciamo finta.
Il mitico Molleggiato compie 80 anni.
Più di ventiquattromila baci da tutti noi.
Posted in Attualità, tagged 80, Adriano Celentano, Claudia Mori, Il ragazzo della Via Gluck, Mina, Molleggiato, rock, Ventiquattromila baci on 7 gennaio 2018| 3 Comments »
Non sembra vero. Ma facciamo finta.
Il mitico Molleggiato compie 80 anni.
Più di ventiquattromila baci da tutti noi.
Posted in Attualità, tagged Adriano Celentano, auguri, compleanno, Epifania, illuminazione, Molleggiato, Yuppi du on 6 gennaio 2013| 2 Comments »
Molleggiato continua ad esserlo, nonostante lo scorrere del tempo.
Ma molleggiato soprattutto nella capacità di adattarsi al tempo stesso, senza però tradire i suoi valori di base.
Auguri a lui e a tutti noi di continuare ad essere flessibili e positivi nonostante la durezza di certi passaggi storici.
E visto che oggi è Epifania, “illuminazione” sia anche negli altri giorni.
Posted in Musica, tagged "La Cumbia di chi cambia", "Svalutation", Adriano Celentano, Arena di Verona, governi, pantera, Rock Economy, Stato on 9 ottobre 2012| 9 Comments »
Adriano Celentano all’Arena di Verona ha soprattutto cantato. Che è quanto sa egregiamente fare e per cui è tanto amato.
Che poi sappia creare eventi (ma è la moglie il vero artiglio di pantera nella parte organizzativa) e che abbia carisma da vendere è assodato.
In più scrive canzoni che anticipano, o eternizzano, l’attualità. Da autentico artista. Leggendo la realtà come pochi: “Cambiano i governi niente cambia lassu’ / c’e’ un buco nello Stato dove i soldi van giu’ / svalutation, svalutation“, non sembra possibile essere un testo del 1976, perché gli accordi, non solo musicali, con l’oggi ci sono tutti.
Ma è il trascinante ritmo sudamericano della cumbia in “La Cumbia di chi cambia” ad orchestrare al meglio il connubio tra una danza festosa e la realtà deprimente: “I funzionari dello stato italiano / Si fanno prendere spesso la mano / Inizian bene e finiscono male / Capita spesso che li trovi a rubare / E fanno cose che stan bene solo a loro / A usufruire di vantaggi esagerati / Così abbandonano ogni tipo di decoro / E si comportano come degli impuniti” non è che l’inizio di una pseudofilastrocca destinata a non finire bene.
Da ascoltare. Per pensare. E poi fare.
Posted in Riflessione, tagged Adriano Celentano, Belen Rodriguez, Festival di Sanremo, Gianni Morandi, Patty Smith, Sanremo on 18 febbraio 2012| 9 Comments »
Reduci da una settimana in cui il Paese Italia ha avuto tra i suoi tags la parola “Sanremo”, indicando con essa non tanto l’amena località di mare quanto la manifestazione canora, viene da chiedersi: ma “Sanremo” è ancora “Sanremo”?
E’ vero che gli ascolti tengono, ma solo con l’effetto Celentano che sfalsa così tutte le possibili comparazioni. Allora cos’è che convince sempre meno, e non solo le ultime tecnologiche generazioni ma anche quelle precedenti che a “Sanremo” erano alquanto fidelizzate? Che sia la “crisi di mezza età”, visto che il “Festival di Sanremo” di “primavere” ne ha viste sessantadue? O forse il “fattore talent” che ormai sta fagocitando qualsiasi nuovo ingresso sulla scena musicale italica?
In effetti cosa ricordiamo di questa edizione se non la “predica” di Adriano con conseguente possibile “commissariamento” della manifestazione, il dubbio sull’intimo esistente o meno della Belen Rodriguez, gli interventi surreali con occhio sgranato del talentuoso Rocco Papaleo, le canzoni difficili da canticchiare sotto la doccia, un Morandi che si adegua ad un linguaggio con un intercalare più moderno (leggi più volgare), il passaggio di alcune leggende della musica mondiale, una per tutte la mitica Patty Smith.
Forse quello che appare sempre più stridente in questa debordante kermesse è da una parte il tentativo di far persistere una gara canora istituzionale con modalità fuori tempo da “messa cantata” con l’artista di turno che in posa “Prima Comunione” si esibisce con canzoni studiate ad hoc per “Sanremo”, quindi per definizione destinate ormai a vita effimera, e dall’altra il tentativo di rompere definitivamente la “quarta parete” che divide lo spettatore dal palcoscenico per creare un gigantesco happening colto nel suo divenire, anche se in piena ed evidente e voluta finzione.
Insomma una “contaminazione” in cui “Il blu dipinto di blu” rischia di diventare un logo di manifestazione.
Posted in Musica, tagged "Non so più cosa fare", Adriano Celentano, ribellione, tempo, umanità on 12 dicembre 2011| 2 Comments »
La sensazione è di confusione generale, di sbandamento collettivo.
Crisi finanziaria globale, ribellione definitiva della natura, drammatico deragliamento del pianeta.
Ecco forse perché quel grido ritmato e disperato del Molleggiato, “Non so più cosa fare, non so più cosa c’è“, entra nella testa di ciascuno, scendendo nelle viscere come sabbia in una clessidra, fino a sfiorare il Dna di chi ci ha preceduto. Andando a scuotere il tempo all’incontrario. Col mondo che ferma la sua corsa, anche solo per un infinito istante. Quello necessario a risistemare gli ingranaggi dell’umanità. Ricominciando a respirare, a vedere, a sapere.
Ps: il singolo “Non so più cosa fare”, contenuto nell’album “Facciamo finta che sia vero” di Adriano Celentano, è proprio un video da non perdere. Perché quella parola-suono-immagine funge da clessidra per il proprio personale viaggio a ritroso nell’umanità.