La Fiducia è un sentimento di sicurezza per qualcuno, tale da porsi “nelle sue mani”. È quanto fa Fiammetta, la figlia di Paolo Borsellino nella foto. Che è poi quanto si fa coi propri genitori se si è stati bambini fortunati.
Poi c’è la Fiducia nelle istituzioni, per cui alcuni uomini la rappresentano, credendo nelle istituzioni stesse, giungendo persino a sacrificare la propria vita.
Un audio inedito del giudice Paolo Borsellino è stato da poco ritrovato negli archivi dell’Istituto siciliano di studi politici ed economici, una registrazione di un suo discorso tenuto a Palermo in municipio nel gennaio 1989. Una lucida analisi della Sicilia di quegli anni, di poco precedenti a quella terribile ecatombe, umana e civile, che furono la strage di Capaci e quella di via D’Amelio.
E Paolo Borsellino in tale audio insiste sulla parola “fiducia” legata allo Stato: “Fiducia nello Stato significa anche fiducia in un’efficiente amministrazione della giustizia sia penale, sia soprattutto civile”. In modo da evitare che, continuava, “si perpetui e consolidi il ricorso a un sistema alternativo criminale di risoluzione delle controversie”.
E diventano parole guida ancora per l’oggi, per quel sistema giustizia che arranca, minando la fiducia, appunto, del cittadino nello Stato.
Ecco perché a quel 19 luglio 1992 va sempre tributato un ricordo, umano e civile. Perché in quella via di Palermo trovarono un’orrenda fine un giudice e cinque agenti che rappresentavano la Fiducia nello Stato, credendoci profondamente.
Ps: oggi ricorre anche il ventennale del G8 di Genova, che rievoca altre pagine tragiche e oscure del nostro Paese, con i violenti scontri di piazza e la morte di Carlo Giuliani, nonché gli abusi (quando non torture) della polizia alla scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. A proposito di quella Fiducia…