È sufficiente l’attacco di una delle sue colonne sonore perché sia subito evidente il film per cui è stata scritta. Questo fa di Ennio Morricone, 90 anni in questi giorni, un compositore di fama mondiale, come dimostra la stella che gli è stata attribuita sulla Walk of Fame a Hollywood.
I numeri sono da capogiro: più di 500 colonne sonore scritte, oltre 70 milioni di dischi venduti, due Oscar di cui uno alla carriera “per i suoi contributi magnifici all’arte della musica da film”, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’Argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize.
Ha lavorato con i registi più diversi, da Elio Petri a Brian de Palma, da Oliver Stone a Giuseppe Tornatore, da Dario Argento a Bernardo Bertolucci, da Mike Nichols a Quentin Tarantino. Anche se la svolta nella sua carriera avvenne negli anni Sessanta quando l’ex compagno di scuola alle elementari, Sergio Leone, gli chiese di scrivere il tema conduttore del suo primo western all’italiana, “Per un Pugno di Dollari”. E con il grande regista italiano il sodalizio continuerà fino al superbo “C’era una Volta in America”.
È proprio la sua punteggiatura sonora, così evocativa, sublime, perfetta, a rendere leggendarie le pellicole che portano la sua firma musicale. Da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” a “Mission”, da “Novecento” a “The untouchables”, da “Nuovo Cinema Paradiso” a “Il buono, il brutto, il cattivo”.
Note talmente potenti da vivere di vita propria, oltre l’immagine filmica.