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Archive for the ‘Libro’ Category

volatilità amore

Mi sono avvicinata a questo libro per il titolo, “La volatilità dell’amore“. Un colpo di fulmine. Amore a prima vista.

Come quello della storia stessa, narrato con maestria da Uwe Timm. Scrittore tedesco che a sua volta ha vissuto quell’innamoramento improvviso che sovverte vite e mondo.

Gli attanti sono quattro, due coppie ben assortite singolarmente che vanno però a riassortirsi incontrandosi. Esattamente come gli elementi chimici, insegnava il Goethe de “Le Affinità elettive“.

Sono poi le conseguenze dell’amore a sparigliare le carte. Ricordandoci che ciascuno reagisce a modo suo alla fine delle cose. Chi fuggendo, chi ritirandosi, chi ricominciando, chi mantenendo la trama esile delle relazioni.

Con un monito per tutti. Quanto afferma lo scrittore stesso: “Ci si illude di poter calcolare l’affinità, di poter trovare qualcuno per algoritmi. Ma ci si innamora per odori, un dettaglio del sorriso, qualcosa di impossibile da prevedere.

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central park musso

Cosa fareste se, svegliandovi una mattina, vi ritrovaste su una panchina in un luogo sconosciuto, col polso ammanettato ad un’altra persona, ancora addormentata, mai vista prima? Comincereste a cercare di mettere a fuoco le coordinate spazio-temporali, poi quelle cinestesiche e mnemoniche. E, svegliando l’altro, anch’egli all’oscuro di tutto, cerchereste di capire, riposizionando via via le tessere di un puzzle sempre più oscuro, in cui ogni nuovo dettaglio sembra, dopo poco, perdere la collocazione assegnata.

Così i due protagonisti del libro “Central Park” di Guillaume Musso, una poliziotta di Parigi e un musicista di Dublino, sono costretti, con i pochi indizi che hanno su di sé, a far luce sul loro “caso”. Indagando. E rimanendo, ad ogni scoperta, increduli e spiazzati. Dovendo così ricominciare ogni volta daccapo. Con l’inquietudine che aumenta. In loro e nel lettore.

Il finale non è solo inaspettato, ma sconvolgente. Nel senso letterale del termine: mettere sottosopra quanto prima si era acquisito.

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missiroli2

Titolo e copertina rischiano di essere fuorvianti. O, meglio, non comprensivi del tutto.

Perché “Atti osceni in luogo privato”, Premio Mondello 2015,  è la storia di Libero Marsell, del suo approccio alla vita, della sua conoscenza del mondo, erotico-intellettual-amicale. In una parola, vitale.

E’ la storia cioè di quanto nella vita si incespica, si cammina, si impara, si ama, si perde, si conquista.

Mi è rimasto addosso che siamo permeati, e molto, di chi ci è stato intorno. E di chi abbiamo voluto intorno.

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Marcos Saboya and Gualter Pupo "Labirinto di libri" - Southbank Centre di Londra, 2012

Marcos Saboya and Gualter Pupo “Labirinto di libri” – Southbank Centre di Londra, 2012

Nella Giornata mondiale del Libro l’Associazione Italiana Editori lancia l’iniziativa #ioleggoperché, in cui i protagonisti sono i libri e i lettori. L’obiettivo è di stimolare chi legge poco o chi non legge, ben più della metà degli italiani.

E allora per una giornata almeno parliamo di libri, regaliamoli, facciamoli circolare, incantiamo con le loro storie chi ancora fa fatica ad avvicinarli. E poi proviamo a spiegare perché leggiamo.

Io comincio con tre perché. Aspetto i vostri.

Io leggo perché:

Perché è un incontro. Con altre persone, altre vite, altri punti di vista. Che apre conoscenze e amicizie. E a volte autentici innamoramenti.

Perché mi perdo, come in un labirinto. Ritrovandomi, con una nuova bussola.

Perché è un piacere. Pregustato, sfaccettato, prolungato. Nel “vedere” personaggi, luoghi, azioni.

Ps: curioso che nella Giornata del Libro ricorra anche il decimo anniversario di Youtube. Proprio il 23 aprile 2005 veniva infatti caricato il primo video sulla piattaforma.

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magrelli

Libro all’apparenza “strano”, nel primitivo senso del termine. “Estraneo”, cioè “fuori dal conosciuto”, quindi “etranger“-“straniero”.

In effetti già il titolo appare “strano”: “la lingua restaurata e una polemica – otto sonetti a londra“. Una commistione/ibridazione/gioco libero, che è poi il libro stesso.

Partendo da 12 prose/quadri su 12 luoghi di Londra che il Poeta rende concretamente eterei e bellissimi, il libro osa poi una variatio intorno al concetto di “restauro” dell’arte, sia essa colore o lingua. Spunta anche una discussione politica tra Machiavelli e il “Tenerissimo”, alias l’autore stesso, sulle sorti dell’Italia.

Libello non semplice ma bello, soprattutto per il gioco ardito sul sonetto, composto/tradotto/scomposto, che ne fa un’autentica chicca per i linguisti e i curiosi. E gli omissis di copertina, tratti neri di pennarello su parole, non tolgono/coprono/nascondono. Bensì aprono spiragli/riflessioni/fantasie. Perché, come scrive Magrelli, “in poesia, il meno è il più“. Così il Poeta, in sottrazione, toglie patina alla lingua e ai pensieri. Facendosi restauratore.

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la capria

Sembra essere uscito in perfetta sincronia con l’Oscar di Paolo Sorrentino l’ultimo libro di Raffaele La Capria, “La bellezza di Roma”. Fu lo stesso scrittore a dichiarare poco tempo fa: ” Jep Gambardella? Un po ‘mi somiglia “. Del resto l’elegante disincanto e lo sguardo rassegnato sul degrado morale di Jep hanno la cifra dell’autore di “Ferito a morte”, insieme a quel panama bianco che accompagna entrambi.

E’ proprio Roma, come nel film “La grande bellezza”, ad emergere attraverso questi racconti di La Capria, una Roma bella, pur nelle sue contraddizioni e nella sua smania di potere. Una città di tutti, perché, come sostiene lo scrittore, ” tutte le strade conducono a questa Città invisibile: tutte le strade conducono a Roma, e qui si perdono … “.

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carlo-emilio-gadda

Il 14 novembre 1893, 120 anni fa, nasceva a Milano lo scrittore ingegnere Carlo Emilio Gadda, tra i massimi innovatori della narrativa novecentesca, un autentico sperimentatore di stili linguistici, conosciuto per il romanzo giallo “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”.

Il suo amico Alberto Arbasino gli ha dedicato qualche anno fa un piccolo ma denso libretto, “L’ingegnere in blu”, in cui ne dà un ritratto sfaccettato, di uomo intelligente e cortese ma schivo, e di scrittore eclettico e geniale ma insofferente al conformismo e alla banalità.

E così lo descrive nel suo abbigliamento: “Immancabilmente in abito completo blu ben stirato, camicia bianca e cravatte deplorevoli acquistate (forse da lui solo) in un sonnolento magazzino giù per via della Mercede, e un fazzoletto candido ad angolo retto nel taschino. Scarpe ovviamente nere e lucidissime.” 

Ma è solo l’inizio. Vere sorprese attendono il lettore, come il modo in cui Gadda chiamava uno dei suoi autori più amati, il “Don Lisander” dei “Promessi Sposi”…

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cile

Quest’anno il Paese ospite del Salone del Libro è il Cile. E subito si affaccia alla mente quel mondo alla fine del mondo, la Patagonia dei taccuini di Bruce Chatwin, il Paese sognato e controverso del Presidente Salvador Allende, la tragedia dei desaparecidos  sotto il regime del generale Pinochet, le alte vette della letteratura toccate dal premio Nobel Pablo Neruda di cui ricorre il quarantennale della morte.

Oggi, sabato 18 maggio, è la giornata clou che il Salone dedica al grande poeta cileno con un reading che vede tra gli altri lo scrittore Luis Sepúlveda che con Neruda condivide, oltre alle origini, l’esser stato attivista contro il regime di Pinochet. Seguiranno altri ricordi e letture su un altro grande scrittore cileno, Roberto Bolaño, di cui ricorrono i dieci anni dalla scomparsa.

Consigli di lettura per respirare aria cilena: Ingredienti per una vita di formidabili passioni di Sepúlveda per entrare in quello che è stato il difficile passato cileno ma anche l’emozionante mondo dei ricordi personali tra calcio e libri, Ode al mare e altre odi elementari di Neruda per sentire il profumo dei fiori di cactus della costa del grande oceano di Isla Nigra, 2666 di Bolaño per seguire quel labirinto di luoghi, sogni, incontri che hanno fatto di lui uno scrittore di culto, definito erede di Borges. Infine suggerisco di spostarvi in cucina tra pere ubriache e zuppa scacciapensieri col libro Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci di Isabel Allende.

Buena lectura.

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E’ una storia di tempo. Che è fondamentale in tutto, ma destinico in amore.

Per me, che da tempo mi occupo di tempo, è stata una potente breccia in una miriade di dimensioni parallele. Quelle in cui i nostri io pongono in essere le scelte che noi non facciamo.

Q è Quentina, la giovane di cui si innamora il protagonista, uno scrittore. Insieme e da subito condividono ideali, sogni, progetti. Sanno di essersi trovati, il matrimonio è dietro l’angolo. Senonché una telefonata dell’io futuro dello scrittore allo scrittore stesso gli vieta di prendere quella decisione. Con motivazioni inappellabili.

Da quel momento ogni scelta /non scelta sembra portare il protagonista sempre più lontano da Q, con io futuri che gli impongono altre scelte / non scelte per vivere al meglio la sua vita. Che è stata la loro. Ma che sta diventando la sua. In un progetto continuo e caleidoscopico che va facendosi nel suo farsi. Con le tessere di una vita che sembrano, come in un puzzle, andare comunque nel posto a loro destinato.

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Paolo Uccello, "San Giorgio e il drago" - 1456

Oggi, 23 aprile, è dal 1996 la “Giornata mondiale del Libro”, evento patrocinato dall’ Unesco per promuovere la lettura.

La scelta è caduta sul 23 aprile perché in questa giornata sono morti nel 1616 tre importanti scrittori: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega.

Il 23 aprile è anche la festa di San Giorgio che salva, secondo la leggenda, la principessa dal drago. Dal sangue del drago ferito sarebbe nata una rosa che il cavaliere avrebbe poi offerto alla principessa. Ancora oggi in Catalogna, di cui San Giorgio è patrono,  il 23 aprile è tradizione che gli uomini regalino alle donne una rosa, ricevendone in cambio un libro.

Un consiglio al volo per il libro di cui omaggiare il cavaliere che vi donerà la rosa: una piccola “chicca” della poetessa Premio Nobel Wislawa Szymborska, dal titolo di un’evidenza così semplice da apparire disarmante, “La prima frase è sempre la più difficile“.

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