Premesso che da giorni in tanti si ha il mare scuro e luttuoso di Cutro in testa e nel cuore.
Premesso che ogni parola a riguardo sembra insufficiente e irrispettosa.
Premesso che la presenza silenziosa (vedi Presidente Mattarella) è spesso l’unico modo per esserci davvero.
Premesso che ciascuno è libero di esprimersi (senza fastidiare gli altri), anche per festeggiare il proprio genetliaco.
Una semplice domanda. Era proprio necessario, nei giorni dolorosi di Cutro, esercitarsi in un karaoke social di privato compleanno, da rappresentante (con carica pubblica che non va a riposo, né serale né festivo) delle istituzioni?
Less is more. Affinché a “cantare” siano intelligenza ed eleganza. Almeno in certe occasioni.
Ho troppo rispetto per De André … e per Marinella.
Sciacalli!
Chissà perché non intonare “Girotondo”…
A presto, Es.
Cara Es,
ci sono doveri etici imprescindibili, che stanno però venendo meno soprattutto ” in certe occasioni”.
Gran tristezza..
Cara Sonia, il “canta che ti passa” sembra la nuova formula per dire quando non si sa cosa dire. E purtroppo nemmeno cosa fare…
A presto, Es.
Grazie Es,
almeno un religioso silenzio, laico o appunto “religioso” che sia, sarebbe l’unica cosa “da dire”……
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