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Archive for marzo 2023

È stato un giornalista di razza, Gianni Minà. E un uomo empatico, libero e gentile.

È sufficiente guardare questa foto, un pezzo di Storia del Novecento. Gabriel García Marquez, Sergio Leone, Muhammad Ali, Robert De Niro. E poi lui, Gianni Minà, sorridente, sornione, il regista di quell’incontro.

Questa foto giustifica il mio lavoro di giornalista – scriveva – È stata fatta a Roma, a Trastevere, davanti al ristorante ‘Checco Er Carettiere’ ed è la summa di quello che è stato il mio modo di essere, del piacere che dà l’amicizia e della possibilità di riunire una sera d’estate, per un inatteso gioco del destino, cinque amici avidi di curiosità per ascoltare i racconti del più affascinante tra di noi, Muhammad Ali, un pugile, ma prima di tutto un combattente della vita. Con lui Sergio Leone, un visionario che ha dato al cinema tutta la fantasia possibile, Robert De Niro, che da molti anni viene indicato come il più prestigioso attore dell’arte cinematografica, e perfino Gabriel García Marquez, lo scrittore colombiano premio Nobel che, prima di andarsene da questo mondo, ci ha regalato le pagine più affascinanti della letteratura del ‘900. Una combriccola così è proprio irripetibile e ancora adesso non so capacitarmi di come sia stato possibile riunire, una sera a Roma, questi amici”.

Anche in questo racconto, la sua profondità e la sua levità. Grazie Gianni Minà.

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Pioggia. La grande assente.

Un tempo (sembrano secoli fa) veniva vista come iattura con cui cominciare la giornata. Poteva rovinare una gita, rendere lento il traffico mattutino e veloce il rientro tra le mura domestiche. Non parliamo poi di un matrimonio bagnato, che si diceva fortunato giusto per salvare la festa.

Oggi tutto è cambiato. Siamo disposti a tanto per un po’ di pioggia, anche ad antichi riti propiziatori. Perché l’acqua, finalmente lo si sta comprendendo, è vita. Infatti intorno a noi ogni elemento si fa siccitoso, fiume-albero-uomo. Con la linfa vitale che fatica a scorrere e rigenerarsi.

Presto diremo “finalmente una bella giornata” quando, seppur sempre più di rado, sentiremo l’odore della pioggia e il suo scroscio.

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La vedi spuntare tra pieghe e ringhiere.

Giovane, timida, fresca. A fare da esca

ai pensieri stipati, riposti e nascosti.

Si respira, leggera, primavera.”

Ps: è primavera, la dodicesima, anche per questo blog…

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A sorpresa ha sbancato agli Oscar 2023, e con le statuette più “pesanti”, ben sette. È il film “Everything Everywhere All At Once”, chiamato dagli americani EEAAO.

Tre i capitoli, gli stessi che danno il titolo al film: Everything, ogni cosa, Everywhere, dappertutto, All At Once, tutto in una volta. Con la protagonista Evelyn (Michelle Yeoh da Oscar), una donna cinese americana pressata dai problemi economici, e per questi vessata da un’implacabile ispettrice delle tasse (Jamie Lee Curtis da Oscar), che un po’ “Alice” un po’ “Matrix” attraversa lo spazio e il tempo, diventando suo malgrado una wonderwoman, con molteplici versioni di se stessa, dalla star del cinema a una chef giapponese, nonché di suo marito (Ke Huy Quan da Oscar). Ritrovandosi in un bailamme di suoni, immagini, Internet, caos, altro, velocità, consumo, arti marziali, superpoteri. In breve nel “multiverso”. Ovvero nell’immaginario di una Hollywood indipendente, quella dei visionari registi e sceneggiatori da Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert.

Tutto vorticoso (montaggio da Oscar di Paul Rogers), apparentemente di superficie, ma con implicazioni etico-riflessive spiazzanti.

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Premesso che da giorni in tanti si ha il mare scuro e luttuoso di Cutro in testa e nel cuore.

Premesso che ogni parola a riguardo sembra insufficiente e irrispettosa.

Premesso che la presenza silenziosa (vedi Presidente Mattarella) è spesso l’unico modo per esserci davvero.

Premesso che ciascuno è libero di esprimersi (senza fastidiare gli altri), anche per festeggiare il proprio genetliaco.

Una semplice domanda. Era proprio necessario, nei giorni dolorosi di Cutro, esercitarsi in un karaoke social di privato compleanno, da rappresentante (con carica pubblica che non va a riposo, né serale né festivo) delle istituzioni?

Less is more. Affinché a “cantare” siano intelligenza ed eleganza. Almeno in certe occasioni.

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Un tempo si sperava che “8 marzo”, cioè attenzione nei confronti delle donne, fosse ogni giorno dell’anno.

Ora ci si augura che lo sia ovunque nel mondo. Almeno per ventiquattro ore.

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Nati nel marzo 1943, a poche ore l’uno dall’altro. Lucio Dalla il 4 marzo, Lucio Battisti il 5 marzo.

Due “pietre d’angolo” della musica italiana, Battisti schivo, Dalla estroso. Uno reatino col canto libero dentro, l’altro bolognese col mare nel cuore. Entrambi con la capacità, rara nella cosiddetta “canzone leggera”, di muovere poesia attraverso le note.

“Luce” in musica, come il loro nome segnò fin dall’inizio. Consegnandoci “Emozioni”, “là dove il mare luccica“…

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L’attenzione è sempre selettiva, quindi spesso migrante.

Annegare a centro metri dalla riva sembra poco fatale. Ci sarà da comprendere. Nel frattempo riflettiamo e preghiamo. A testa bassa (con un po’ di vergogna).

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