Quest’anno al 73° “Festival di Sanremo” è di scena il numero 2, a partire dai presentatori.
Spopola in particolare nei titoli delle canzoni, dall’essenziale “Due” di Elodie al moltiplicato “Duemilaminuti” di Mara Sattei. Passando poi per il doppio intrecciato in “Due vite” di Marco Mengoni e per il famoso logo di antica scrittura con “Lettera 22” dei “Cugini di campagna”.
Ma furoreggia anche nei versi, “Spaccando in due il silenzio” (Grignani) mentre “siamo due cause perse” (Sethu), forse perché “due milioni di parole non bastano” (Paola e Chiara) quando si è “due gocce di pioggia” (Mr. Rain) o “due iniziali in un cuore di sabbia” (LDA).
Insomma, tutto questo fiorire di “due” muove pensieri intorno all’unico numero primo pari. Il “due” è il numero della relazione di coppia, ma anche dell’indecisione e della divisione. In numerologia rappresenta il Verbo, la Sapienza, la Parola Divina. In matematica è il primo dei numeri detti “intoccabili”, ma è anche “pratico”, “odioso” e “oblungo”. Ma soprattutto non è “perfetto”.
E lo sappiamo bene. Perché tutto ciò che è “due”, cioè “incontro”, va mediato. Via complessa ma necessaria alla convivenza di idee diverse. Specialmente in questo reo Tempo.
Ps: non sempre le canzonette “sono solo canzonette“…
Cara Es,
il Festival è sempre molto bello e coinvolgente proprio per la capacità del geniale direttore artistico Amadeus di renderlo specchio perfetto del nostro tempo.
Un esordio con il botto quest’anno, con tanto di inno nazionale per ricordare il settantacinquesimo anniversario della nostra Costituzione con la “prima assoluta” del nostro Presidente della Repubblica che dal palco ascoltava commosso il guitto nazionale Roberto Benigni osannare la nostra Carta Costituzionale , sciogliendo il non immediato nesso tra Costituzione e Festival della canzone, cone solo lui può fare!
E, come sempre , di serata in serata, sempre più protratte a notte fonda, l’intensità euforica aumenta grazie anche alle note sempreverdi dei colossi della nostra musica, che hanno caratterizzato un’intensa seconda serata.
Come intenso è arrivato il monologo di Egonu sul razzismo e quello di Pegah, un’attivista di origine iraniana , che ha espresso un vero inno alla libertà ricordando quella negata della sua terra….
Altra parola chiave del Festival, Libertà.
Bellissimo il tuo commento che fissa l’attenzione sul numero due!
Scusa la prolissità ma il Festival di Sanremo è il Festival di Sanremo!!!e m’acchiappa!
Buona finale!!!!