Era la Lollo nazionale, e lo sarà per sempre.
Gina Lollobrigida è stata tanta parte di cinema, rendendo le sue interpretazioni più famose, dalla “Bersagliera” a fianco di Vittorio De Sica in “Pane, amore e fantasia” alla Fata Turchina del “Pinocchio” televisivo di Luigi Comencini, delle icone nazionali universalmente riconoscibili. E premiate.
E poi tante altre pellicole, tra Roma e Hollywood, insieme ad altrettanti riconoscimenti.
Fintanto che sentì l’urgenza di doversi esprimere anche attraverso la fotografia e la scultura, suoi antichi amori, iniziando un’altra esistenza, altrettanto legittimata. “A un certo punto della vita, mi sono resa conto che quel ruolo di primo piano mi stava stretto. Grazie ad altri interessi, la fotografia, la scultura, ho imparato a mettermi da parte e osservare gli altri“.
Scelta tutt’altro che semplice dopo essere stata negli occhi e nell’immaginario del mondo intero. In realtà una scelta intelligente e libera, come lei.
Libera anche dalla paura del trascorrere del tempo, cara Es, come ha detto in un’intervista , sottolineando di non pensarci, di non avere il tempo di pensarci perché tutta presa dai suoi interessi, dalla forografia, dalla scultura.
Il tempo è compiuto anche per lei.
E provo sempre più un senso di estenuazione di fronte a questo scenario svuotato dei personaggi che gli hanno dato colore.
Troppe scomparse logicamente inevitabili, appunto,per il passare del tempo…