Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fu inviato a Palermo come prefetto nel 1982 a fine aprile per fronteggiare la terribile offensiva di mafia di quei mesi, dall’omicidio del maresciallo dei Carabinieri Alfredo Agosta a quello del politico Pio La Torre. Cento giorni di speranza per i palermitani e di solitudine per lui. Fino all’omicidio di Via Carini del 3 settembre 1982, in cui perse la vita insieme a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
A quarant’ anni da quel sanguinoso epilogo resta intatto, nonostante tutto, l’esempio del suo alto senso morale: “Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti”.
L’ingresso nella vita adulta … ci eravamo appena “maturati”, se ricordi.
Fu un pugno nello stomaco e nulla e’ cambiato da allora …
La “negazione” della mafia come filo conduttore di ogni forza politica in questa grottesca campagna elettorale dove si parla, invece, di “tasse piatte” (sic!) e di price cap (ri-sic)! Senza nessun accenno al superbonus quale “incentivo” per le societates sceleris … non vedo nessun “orgoglio morale” (ma, forse, esagero).
Grazie, Ester, per la Tua testimonianza.
E c’erano già stati altri “pugni”, tra cui quello sconvolgente del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro… Su cui peraltro indagò anche il generale Dalla Chiesa…
A presto, Es.
Cara Es,
le parole del generale Dalla Chiesa siano di monito per tutti e servano a limitare quel desiderio di potere che in molti ambienti scavalca quello dello Stato, soprattutto se di tratta di settori privati ma non solo…
Grazie per il tuo significativo post, utile anche per chiarirsi le idee a poche settimane dall’appuntzmento con le urne..
A presto!
Già, con la “curiosa” candidatura di Rita Dalla Chiesa… Mah…
A presto, Es.
Tristissima vicenda quella del
generale Dalla Chiesa, per lui, per la sua famiglia, ma soprattutto per gli italiani onesti, desiderosi di vivere in un paese giusto, e fondato su valori forti, vittoriosi dopo una guerra civile durissima che aveva visto morire decine di giovani che avevano combattuto il fascismo. Il povero generale aveva capito con chi aveva a che fare e noi sappiamo oggi che era stato oggetto di attenzioni anche da parte della famosa Loggia P2, che riuniva il peggio dello stato di allora. La sua storia dovrebbe essere studiata a scuola.
Vero! Eppure, per i primi tre cicli di studio, ampio spazio agli Egizi…
A presto, Es.
Che vergogna! Che non si capisca che i giovani devono conoscere il loro passato recente per poter intervenire sul presente è un errore gravissimo da parte della classe dirigente di questo paese, troppo ignorante e concentrata su se stessa per fare i cambiamenti che sarebbero necessari.