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Archive for agosto 2022

Sarà che perse la vita a soli 36 anni in modo tragico ed improvviso, sarà che era Lady Diana, sarà che i riflettori mediatici erano sempre puntati su di lei, sarà che aveva in sé quegli elementi, bellezza e dolore e privilegio, tali da renderla un’icona prima ancora di esserne consapevole, sarà che noi umani abbiamo sete di figure simbolo, sarà quel che sarà, ma Diana Spencer, Principessa del Galles ma soprattutto di Cuori, è divenuta mito.

E non ora, dopo 25 anni da quell’incidente automobilistico mai così chiaro, ma immediatamente da quella terribile notte del 31 agosto 1997. Sarà perché lasciava orfani, ma soprattutto sguarniti di affetto empatico, i due figli William ed Harry ancora piccoli, sarà perché la tragedia successe dopo un’estate per lei da rotocalchi rosa con un amore forse nuovo e sicuramente discusso, Dodi Al-Fayed, sarà che la sua morte mise in crisi la corona inglese con l’inaspettata onda popolare di lutto, sarà quel che sarà, ma Diana è assurta a mito.

Come Marilyn Monroe (stessa età di Diana) e James Dean (stesso incidente d’auto), giovani di successo che sembravano avere tutto, sottratti nottetempo da un destino crudele al naturale decadimento degli umani tratti di bellezza e gloria, entrando così di diritto nell’iconografia dei miti. Per sempre.

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Samantha French, “Just below”

Io adoro l’acqua. Forse perché adoro il mare. O sarà viceversa?

Con tale dubbio acquatico prendo fiato e scendo leggera verso il blu.

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Nei momenti in cui il regno umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.”

Da “Leggerezza”  (“Lezioni americane”) di Italo Calvino

Ps: quella leggerezza che è, tra l’altro, naturale dirittura morale, attenzione all’altro, capacità di visione universale, gentilezza di gesti e parole. Oggi quasi utopia, eppure…

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Buona pausa

La “pausa”, dal greco paûsis “rallento, mi fermo”, contempla in sé una sosta da quanto solitamente si fa. Seppur breve, è necessaria.

Quindi, buona pausa. Ovunque sia.

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Piero Angela ci ha insegnato tanto, con garbo e competenza. Doti antiche, quasi sparite.

Sapeva rendere comprensibile il complesso, appassionando ai misteri dell’uomo, dal microscopico all’infinito.

La sua curiosità diventava empaticamente quella dello spettatore, che si sentiva passo dopo passo un iniziato in temi non facili.

Eppure tutto appariva più semplice con le sue spiegazioni e i suoi filmati. Il viaggio nel corpo umano, complice la pellicola di Richard Fleischer “Viaggio allucinante”, fu una scoperta audace e sorprendente.

È stato un vero Ulisse, a ricordarci di considerare sempre la nostra “semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza”.

Grazie Piero Angela, e che il tuo “viaggio” possa continuare nell’Altrove…

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Tempo di cabine… Già, ma quali?

Data la bollente stagione estiva non c’è dubbio si pensi a quelle balneari. In cui cambiarsi d’abito, mettendosi a nudo per tuffarsi in mare…

Ma data la strana stagione politica il pensiero va a quelle elettorali. In cui chiudersi a meditare, per poi agire senza farsi male…

Ps: e dire che ci sono anche le cabine armadio, telefoniche, elettriche…

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Immagine tratta dalla copertina del libro “La cronologia dell’acqua” di Lidia Yuknavitch

In questi giorni di pausa mi è accaduto di cadere in un acquario.

Come “Alice nel paese delle meraviglie” sono sprofondata tra azzurro silenzio e luci soffuse nell’acqua salsa.

E poi, improvviso, l’incantamento: acciughe e occhiate a circondarmi in una danza vorticosa e voluttuosa, tale da farmi sentire, per qualche manciata di secondi, parte del Tutto.

Con i pesci a trasformarsi in Cappellai Matti e Bianconigli intenti a sottrarmi dal tempo umano a nastro per immettermi in quello epifanico a bolla.

Riuscendoci pienamente. Per qualche magica manciata di secondi.

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Il “frastornare” è “un deviare avvitato”. E “frastornati”, cioè “deviati in avvitamento” dal percorso logico e consueto, ci sentiamo a leggere gli ultimi e dolorosi fatti di cronaca di questi disgraziati tempi.

Madre che lascia la figlia, venti mesi, da sola a casa per andarsi a divertire (“volgersi altrove”, la “deviazione” appunto) col fidanzato. E intorno l’ “avvitamento”: nessuno che si ponesse domande sulla non presenza nel mondo di questa bambina, Diana, vera figlia della Luna.

Ragazzo che si schianta con l’auto ai 300 all’ora mentre un amico (?) lo filma (la “deviazione”) per un video sui social. Quasi un videogioco. E poi lo scarto ulteriore, l’ “avvitamento”: ai funerali festa con champagne e fuochi d’artificio, con lo sgommare di auto potenti quale ultimo omaggio sacrale.

Uomo che uccide, in pieno giorno e in pieno centro, un mendicante in preda ad una immotivata furia omicida. La “deviazione”. E intorno tutti filmano l’accadere, come in preda ad un “furor filmandi”, nuovi “Serafino Gubbio operatore” di pirandelliana memoria. L’ “avvitamento”.

Sorelle adolescenti che uscendo dalla discoteca all’alba, con i riflessi ovviamente stanchi, “deviano” per la stazione, luogo in cui l’attenzione è un sottotitolo non detto. E l’ “avvitamento” sta in quel trascinarsi stanco verso i binari con un treno pronto a travolgerle nella sua corsa, senza che chi le aveva notate le fermasse per una salvifica sosta.

Cosa manca? Difficile a dirsi. Forse la cura di chi è sulla “soglia” dell’evento. Forse la lentezza degli eventi stessi. Perché “frastorna” la velocità con cui tutto accade e precipita. Senza la possibilità di un ripensamento, di una riflessione. Facendo, purtroppo, tabula rasa. Di tutto, dell’uomo e della sua innata fragilità.

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