Archiviata la notte degli Oscar 2022 tra offese (di Chris Rock alla moglie di Will Smith), pugni (di Will Smith a Chris Rock), aspettative realizzate (“I segni del cuore”, remake americano da “La famiglia Belier”) e altre tradite (il nostro Sorrentino con “È stata la mano di Dio”), vale la pena tornare su un film capolavoro, “Parasite”, Oscar 2020, inizio del tempo Covid.
Trasmesso qualche sera fa in prima visione sulla tv generalista, è ora disponibile su Raiplay. Da vedere, assolutamente. Per il rocambolesco intreccio, per il dipanarsi vorticoso tra i generi, per le profonde riflessioni morali, per i continui richiami metaforici, per gli attenti movimenti di macchina, per la stupenda fotografia. E per la misura ritmica, incalzante sempre, anche nel ralenti. Perciò perfetta.
Geniale il regista sud-coreano Bong Joon Ho a raccontare, con disincantato sguardo, un meccanismo inizialmente innocente, destinato però a rotolare, scelta dopo scelta, sempre più in “basso”. Con due famiglie, i Kim e i Park, agli antipodi, seppur spesso sullo stesso piano. Tra scale, odori, acqua. Con vita e morte a rincorrersi, senza saperlo.