Siamo stressati. È indubitabile. Propriamente nel senso di “stretti”, ma anche “angosciati”.
“Stretti” nelle sacrosante ma pesanti maglie sociali limitative dettate da una pandemia che si è ormai appropriata di una quota importante del nostro tempo, ormai quasi due anni. E “angosciati” per un “tempo orizzonte” di ristretta misura, con le carte di navigazione buttate a mare, dati gli inevitabili e continui aggiustamenti di rotta.
Quindi la “paura” dell’ignoto dello scorso anno pre-vaccinale, che ci permetteva di guardare solo al passo/metro successivo, ha lasciato il posto ad un’ansia diffusa nei confronti di un Tempo Covid indubitabilmente più gestibile, ma anche più allungato. Comprendendo infine, obtorto collo, che la “convivenza” con il virus assume il suo significato letterale di “vivere con”. Da cui “ansia”, nel dover tenere tutto sotto controllo (che per l’uomo è già una bella fola in tempo di pace…), e “fatica”, sentendo un “peso” che pare non alleggerirsi mai.
Quasi nuovi Sisifo. Costretti, per la nostra tracotante sfrontatezza, a spostare di continuo massi, per poi ricominciare. Scaltri, ma infine derelitti.
Cara Es,
stressati e angosciati,vero.
La pandemia gira su se stessa.
Inoltre,secondo me, il potente distratyore del coronavirus facilita un legiferare che passa inosservato e la gente accetta tutti.
Ma ci sono anchev tanti altri che mi angosciano:
questi continui incidenti sul lavoro dovuti sempre più a incompetenza e disorganizzazione
È necessario preparare persone capaci di lavorare.Gli imprenditori assumono manovalanza da sotto pagare che no n ha la preparazione.
Le nuove generazioni tecnologiche non sanno più lavorare.
Manca una seria formazione tecnica per chi non ha i requisiti per affrontare studi teorici.
Se andiamo avanti così non avremo più chi sa riparare un tubo( in entrambi i sensi..)
Spaventoso..
Non ho parole
La pandemia ci ha fatto provare quello che i filosofi definiscono « fine delle certezze » e ci ha costretti a prendere atto che non si può tenere tutto sotto controllo. Certo è una situazione difficile da gestire, soprattutto per chi si era abituato a credere di poterlo fare.
Però questa è anche un’opportunità di cambiamento straordinaria.
Dici bene! Ma si continua a pensare in termini pre-pandemici… Lo stesso smart-working non sarà più emergenziale, bensì una tra le modalità di lavoro. La Storia non è un nastro riavvolgibile…
A presto, Es.