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Archive for febbraio 2021

La moderna e avanzata Svezia non solo non fa indossare le mascherine quale protezione da SarsCov2, ma addirittura dà la multa a chi le indossa. Scelta surreale.

Un professore è stato sanzionato dal suo preside per averla indossata. Si suppone per difendersi dal virus e non per dare scandalo con un capo osè.

C’è da chiedersi il motivo di tale delirante opzione. Motivo che è stato apertamente dichiarato: puntare, obbligatoriamente e senza deroga alcuna, all’immunità di gregge.

Chapeau. Da Nobel.

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Dopo un anno drammatico ed estenuante di pandemia, siamo alla fase “varianti” che sembra adombrare quella “vaccini”.

Ci aspettano gli aggiornamenti antivirus. Per il nostro sistema, come già facciamo per i computer.

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La sonda della NASA “Perseverance” è ammartata. È giunta infatti su Marte, dopo un viaggio di oltre 470 chilometri durato 203 giorni, per scoprire possibili tracce di vita passata.

Il pianeta rosso potrebbe così rivelarci nuovi dati, dopo esser stato a lungo nel nostro immaginario quale luogo extraterrestre per antonomasia. Per un racconto di fantascienza, con protagonisti fuori dal comune. Marziani appunto.

Ma ora tocca alla scienza. Attraverso la Perseveranza. Che trasforma i sogni dell’umanità in realtà.

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“Mi hai insegnato ad amare il mare.

Il suo azzurro e le sue onde. La vita. 

In esso, come in altro, ti ritrovo.”

 

A papà Sergio

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Emil Nolde, “Natura morta con maschere” – 1911

Nonostante tutto, siamo in pieno Carnevale. O meglio, è il Carnevale ad essere entrato in pieno nel sistema.

Sempre in mascherina a renderci irriconoscibili, maschere ormai nude di noi stessi. Simulando sorrisi che faticano a generarsi per gli orizzonti stretti.

Sovvertimento dei ruoli elevato a consuetudine. Col plauso di tutti attraverso like e tweet. E conseguente cancellazione di ogni confronto dialettico.

E un nuovo governo che nasce. Con un neoministro dell’Istruzione che annuncia: “Speriamo che faremo bene”. Sob.

Ma è Carnevale, avrà voluto scherzare.

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L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica”.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana – 10 gennaio 2021 (“Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra)

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È trascorso un anno, un lunghissimo anno, dall’arresto di Patrick Zaki in Egitto, e in tutto il mondo si moltiplicano le manifestazioni affinché Zaki, attivista per i diritti umani, sia scarcerato.

Oggi in diversi comuni italiani saranno affissi dieci manifesti vincitori di “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow”.

Riccardo Nouri portavoce di Amnesty International Italia, che ha seguito fin dall’inizio il caso, ci ricorda che la legge egiziana permette di prolungare la detenzione preventiva sino a due anni. E osserva: “La meglio gioventù che va all’estero viene considerata una minaccia dal regime egiziano“.

Amr Abdelwahab, ingegnere informatico amico di Zaki dai tempi dell’università, perseguitato come lui, nel 2015 è dovuto fuggire dall’Egitto. Continua da Berlino la sua battaglia per liberare Patrick, facendo questo appello: “Chiedo alle persone libere del mondo di combattere la propria battaglia per garantire che i loro governi non sostengano le dittature: ovunque, non solo in Egitto. Prego le persone di ricordare che i prigionieri politici in Egitto non sono solo numeri e statistiche, ma persone con una famiglia e una vita. La peggiore paura di un prigioniero politico, in ogni momento, è quella di essere dimenticato. Patrick è in prigione per un motivo e questo motivo è che lui sostiene e combatte sempre per le cose giuste. Le dittature devono capire che arrestare persone come Patrick, semplicemente, rende sempre più grande il loro messaggio”.

Libertà per Patrick Zaki.

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Se alziamo per un momento lo sguardo dal nostro italico ombelico, leggi crisi di governo, e da quello pandemico mondiale, dobbiamo prendere atto di quanto le pratiche democratiche non siano per nulla scontate in varie latitudini.

E se il Myanmar, col suo colpo di Stato e l’arresto della leader e premio Nobel Aung San Suu Kyi, ci può apparire lontanissimo, Russia ed Egitto sono invece a noi geograficamente vicini.

La Russia, propaggine di quell’Europa portatrice di valori liberali, ha appena condannato Alexei Navalny, oppositore politico del governo Putin, a tre anni e cinque mesi di carcere. Migliaia i manifestanti fermati nei giorni scorsi, ma il Cremlino, sostiene che la mano dura della polizia è “legale e giustificata” quando ha a che fare con “teppisti e provocatori”. Così sono definiti quelli che la pensano diversamente da chi governa.

L’Egitto, l’altra riva sul comune Mediterraneo, ha prolungato ancora una volta di 45 giorni la custodia cautelare in carcere di Patrick Zaki, lo studente detenuto ormai da un anno con l’accusa di propaganda sovversiva. Quell’Egitto di Al-Sisi che dopo cinque anni ancora nicchia sulle responsabilità nell’omicidio di Giulio Regeni.

Ecco perché poi, riportando lo sguardo sul nostrano ombelico politico, torniamo a considerare fondamentali quei paletti democratici che spesso diamo per scontati. Seppur la crisi politica si stia avvitando su se stessa, rivelando forse anche una crisi di sistema.

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