Comunque lo guardiamo il 2020 è l’anno della pandemia SarsCov2.
Tutto è ruotato, al contrario e fuori binario, intorno a Covid19, avversario feroce del sistema immunitario. Capace di trasformare persino il vocabolario del genere umano.
Questo ne è il diario minimo. Ripercorriamolo. Sperando funga, almeno in parte, da catarsi collettiva.
L’anno inizia con l’eco, che appariva geograficamente lontana, di un virus contagioso partito dal mercato cinese di Wuhan, talmente epidemico da costringere nottetempo la popolazione a costruire un ospedale. Ma alle nostre latitudini ci si appresta all’appuntamento nazional-popolare del Festival di Sanremo, e tutto è ancora incredibilmente leggero. Seppur la canzone vincitrice di Diodato, Fai rumore, sembri preannunciare, inconsapevole, quanto sarà da lì a poco: “Ché non lo posso sopportare / questo silenzio innaturale“.
La deflagrazione giunge nei giorni di Carnevale, costringendoci a passare, inopinatamente, dalla maschera di Carnevale alla mascherina chirurgica. Da subito però oggetto introvabile, per cui provvisoriamente sostituito dal “distanziamento sociale”. E altre parole cominciano a fare la loro comparsa, quasi una neolingua di orwelliana memoria: droplet, smart-working, lockdown. Meglio se straniere, perché il significato rimane sfumato. E l’angoscia solo posticipata.
Perché si tratta di reale “incubo”, ossia “ciò che giace sul dormiente”. Infatti le notti si fanno piccole ma lunghissime, uguali nel loro dipanarsi ai giorni. Tutti chiusi, noi e il tempo, nelle case, mentre fuori il virus circola, incombe e miete vittime. I suoni di sirena vanno ad intrecciarsi in modo sinistro con i rintocchi delle campane, mentre le file divengono il nuovo modo di stare e di andare. Tutto fermo, immobile, e vuoto. Un quadro metafisico. Con la solitudine dell’uomo che si amplifica a dismisura intorno alla fine. E il silenzio che fa rumore.
Poi ci fidiamo, troppo, della luce dell’estate. Senza ricordarci che questo virus è infido e subdolo. Approfitta del nostro esser cicale per non permetterci di tornare ad essere formiche nell’autunno. E la seconda ondata ci sommerge, costringendoci in zone chiuse anche se colorate. Numeri spaventosi, come in una guerra. Con la parola “vaccino” a farsi però realtà, seppur ancora minima.
In questo torbido sfondo sempre presente, abbiamo assistito al movimento dei “Black Lives Matter” in memoria di George Floyd e all’elezione complessa di Joe Biden a 46° Presidente degli Stati Uniti d’America.
E abbiamo dovuto dire addio a tanti punti cardinali, sentendoci più sperduti. Luis Sepúlveda, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Franca Valeri, Quino, Sean Connery, Gigi Proietti, Diego Armando Maradona, Paolo Rossi, Kim Ki-duk, Pierre Cardin.
Anno di fatica, di gravità, di resistenza. E di ingresso, doloroso, nella Storia.
Cara Es,
stupenda la tua ricostruzione del fatidico e drammatico 2020 che sta per uscire di scena.
Le tue cesellate assonanze riescono a rendere poetico un.anno che con il diabolico virus ci ha privato si numerosissime enciclopedie viventi che ci hanno privato di tante meravigliose esperienze di vita, facendo il vuoto intorno a noi.
Ma è stato anche l’anno dell’impegno inesauribile di tutti quelli che hanno messo a disosizione le loro vite per salvarne tante e per alleviare le sofferenze di molti.
Ed è stato l’anno che ha messo a fuoco tutto quello che non funzionava più e che
ha dato una lezione a tutto il mondo di umiltà e vera solidarietà, quella da cui dovremo ripartire ,se vogliamo restituire dignità umana a questi esseri mortali che siamo.
.Molti dicono che non lo rimpiangeremo questo 2020.
Vero,ma fa parte del nostro essere, è stato,fa parte di noi ,di quello che siamo, e che diventeremo.
Un grazie a te, cara Es, e al tuo straordinario treno che ci tiene svegli e attivi e sempre aggiornatissimi.
Buon 2021, sempre più lontano dal virus e sempre più in direzione della luce,che illumini la scienza.🌟💫