In tale disgraziato (perché la grazia ha volto altrove il suo sguardo) tempo pandemico ci sentiamo tutti, improvvisamente, molto più vecchi.
Vengono in mente i versi della Achmatova scritti nel 1916, già a due anni dall’inizio della guerra mondiale, di quella ecatombe che contenne in sé anche una pandemia, la cosiddetta “influenza spagnola”.
Scriveva Anna, la poetessa russa, “Invecchiammo di cent’anni. E questo accadde in un’ora sola.”
Anche a noi, abitanti del 2020, succede tanto. Siamo, saremo nelle pagine dei libri di storia. Ecco forse perché in tale opprimente modo sentiamo ora il peso del tempo su di noi.