Non poteva che essere così.
Dopo il panico iniziale, e successivo alle ferree disposizioni di chiusura (aree rosse, scuole, musei, teatri, bar, impianti sportivi), sta subentrando un sottile fastidio generalizzato perché si sta prendendo atto che a cascata continua ci saranno conseguenze sull’economia del Paese Italia.
È vero. Ma è anche vero che contenere il virus è l’unico modo per evitare di scontrarsi con un numero certo e temibile. Quello relativo alla percentuale, ormai accertata scientificamente, di persone che possono aver necessità di terapia intensiva, 5 su 100. E, conti alla mano, non c’è disponibilità in tal senso per un numero che possa interessare una popolazione potenzialmente più ampia di quella attualmente interessata. Contenuta appunto nei due clusters di contagio.
Quindi le scelte agite appaiono, scientificamente e numericamente, l’unica via possibile. Le stesse applicate in Cina. Un gigante economico che si è comunque blindato pur sapendo, e già subendo, le conseguenze economiche negative. Ma intravvedendo in questi giorni, con un numero a decrescere di decessi, gli effetti positivi sulla salute pubblica.
Sono necessari, ovvio, investimenti economici emergenziali. Così come un protocollo unico europeo sarebbe stato auspicabile. Ma ciò rientra nelle opinioni.
E i numeri sono certezza, le opinioni no.
“Il sonno della ragione genera mostri”.
Il nostro Paese dimostra , imei casi di emergenza, di sapere usare la Ragione!
Noi figli dell’Illuminismo non possiamo che prendere atto di un fatto:senza il cammino.dea scienza non potremmo neanche dedicarci all’arte,alla poesia…
In queste circostanze si capisce bene che la Scienza val ben un inchino..
E tanto di cappello a tutto il personale medico e paramedico,che si sta prodigando per tutti.