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Archive for dicembre 2019

Che Greta Thunberg sia icona del 2019 è evidente a tutti, non solo a “Time” che l’ha nominata “persona dell’anno”.

Emergenza climatica in primo piano, non unicamente per gli appelli dei giovani guidati da Greta, ma anche per l’evidenza di un pianeta che fa ormai sentire le sue sofferenze: l’estate più calda mai registrata nell’emisfero settentrionale, terreni siccitosi, tornadi improvvisi e alluvioni devastanti.

Così Venezia, un tempo la Serenissima, si ritrova più volte sommersa da un’acqua troppo alta. Con il bello artistico ormai sopraffatto dall’incuria umana. Notre-Dame de Paris in fiamme ne è l’esempio più eclatante.

Anche le belle maniere appaiono definitivamente archiviate (leggi “crisi del Papeete”) se non fosse per un guizzo d’orgoglio, nell’ultima parte dell’anno, delle “sardine”, pesce povero ma resiliente.

Ed è la resilienza di alcuni umani a venirci a mancare. Vittorio Zucconi e Nadia Toffa, giornalisti dalle corrispondenze schiette, senza inutili orpelli. Niki Lauda e Franco Zeffirelli, la bellezza del gesto sportivo e quella del gesto artistico. Due riders di razza come Felice Gimondi e Peter Fonda. E Andrea Camilleri, la parola che si fa segno e sogno. Sentiremo la mancanza delle sue visionarie letture del “clima” del mondo, da Omero dei tempi moderni. E il nostro passo diviene più incerto.

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A chiusura delle celebrazioni del bicentenario della poesia “L’infinito” di Leopardi un video trasmesso sui canali RAI fino al 31 dicembre, e poi disponibile su Raiplay.

Si vede scorrere sullo schermo il manoscritto originale della lirica recitata da ventidue voci famose della canzone italiana, tra cui Mina, Celentano, Pausini, Baglioni, Nannini, perché più facilmente riconoscibili. “Un dono senza volto e senza nome, una straordinaria dichiarazione d’amore collettiva da parte di grandissimi artisti della musica“, come ha sottolineato il ministro Dario Franceschini presentando l’iniziativa.

Ricordandoci che la canzone d’autore nasce nel profondo e fertile solco della Poesia. Così da poter dire che “il naufragar m’è dolce in questo mare“.

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Buon Natale a tutti i “viaggiatori” di espress451.

Con l’augurio che ciascuno possa trovare sotto l’albero una traccia di Buon Cammino.

 

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Bansky, “La cicatrice di Betlemme”

Ancora una volta Bansky ci fa riflettere.

Il suo ultimo “segno” è una “cicatrice”.

Nell’ingresso dell’hotel “Walked off” a Betlemme, a ridosso del Muro di protezione di Israele, “La cicatrice di Betlemme” raffigura una piccola mangiatoia di presepe posta di fronte ad un muro trapassato da una granata. Ma quel foro, simbolo del male umano, diventa una stella sopra alla Natività, trasformandola così, a detta dell’artista, in una “Natività modificata”.

A sottolineare l’urgenza di modifica del comportamento umano.

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Un tempo c’era l’inverno.

Era scuro, freddo, silenzioso, nevoso.

Adesso, eccetto per le ore prescritte di buio, sembra una stagione nuova, nel senso di aliena. Con acqua, improvvisa e tanta, bufere estemporanee di vento, temperature di un perenne autunno, e la neve ormai solo più sognata dalla terra e dall’uomo.

Con le volpi residuali a chiedersi se hanno smarrito la strada.

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Cittadini attenti agli altri, ognuno a suo modo. In atti di eroismo, nella solidarietà, nel soccorso, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, nelle attività per la coesione sociale, l’integrazione, la ricerca e la tutela dell’ambiente.

Trentadue onorificenze al Merito della Repubblica Italiana conferite dal Presidente Mattarella. Perché esempi di impegno civile e testimonianza dei valori repubblicani.

Di questi tempi merce rara e preziosa. La forza autentica di un Paese.

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Impossibile non averla sentita, anche solo orecchiata in qualche sua nota.

Sia perché spopola ovunque, radio, I Tunes, Spotify. Sia perché ti entra immediatamente in testa.

La canzone di Tony Watson, vero nome di Tones and I, australiana di 19 anni, racconta della sua esperienza come musicista di strada a Byron Bay, e della sua intenzione di far ballare chi le sta intorno.

Anche “Dance Monkey” nasce così. Voleva creare una melodia su cui i suoi amici dell’ostello potessero scatenarsi senza pensieri.

È successo planetario.

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Quando si ha voglia di neve senza coinvolgere cielo e terra ma solo pensiero, nulla di meglio di una “boule de neige”.

E il mondo piccolo della palla di vetro, con una semplice scossa, si fa immenso e bianco e incantato.

Regalandoci, senza addormentarci, la sensazione del sogno. E del possibile.

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Da oggi le giornate ricominciano ad emanare più luce. Rigenerazione in nuce.

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12 dicembre 1969, ore 16,37.

Milano, Piazza Fontana, sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura.

Sette chili di tritolo, 17 morti, 87 feriti.

Cominciano gli “anni di piombo”. E la loro terribile scia di sangue, tensione, mistero. Con depistaggi, omissis, segreti di Stato, processi infiniti, sentenze capovolte.

Innocenza perduta per sempre.

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