Quando il destino, e anche la residua forma che ti è permesso dargli, è tutto nel nome.
Lina Wertmüller, novant’anni appena compiuti e una filmografia cult da regista, ha all’anagrafe un nome che suona così: Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich.
Questa lunga sequela di nomi non ricorda forse la particolare caratteristica dei lunghi titoli delle sue pellicole, in cui la storia è già tutta esposta negli stessi?
Da “Mimì metallurgico ferito nell’onore” a “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto“, da “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici” a “Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico“, per citare solo i più noti.
Come se i nomi anagrafici della Wertmüller fossero già, in nuce, il suo primo lunghissimo titolo filmico.