Chef Bourdain mi ha introdotto al culto del viaggio culinario, quello che permette di camminare, in punta di gusto, nella cultura di un luogo, insieme alla sua storia e alle sue usanze.
Ricordo la prima volta che sfogliai, e poi divorai, il suo “Kitchen Confidential”. Confidenze, appunto, intorno alla sua idea di cucina: gli attrezzi indispensabili, il cibo da non ordinare mai al ristorante, la mise-en-place standard, le padelle sul fuoco, i segreti succulenti di New York e quelli di Tokyo. E la sua idea di vita: “‘Kitchen Confidential’ – diceva nel 2011 – è arrivato quando stavo ancora seduto vicino a una friggitrice e dopo undici anni sento ancora l’odore del piano cottura e della piastra, che ancora dà forma al modo in cui vivo la mia vita“.
Merci Chef.