“Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui.” – Da “La macchia umana” di Philip Roth
Scandaloso in “Lamento di Portnoy”, Premio Pulitzer con “Pastorale americana”, a lungo vicino al Nobel, Philip Roth è stato scrittore di razza. Raccontando, in modo superbo e impietoso, il mondo americano. Attraverso ansie, desideri e ossessioni dell’animale Uomo.
Ecco perché il “seme” che ci lascia è molto più che una “macchia umana”.
un gigante… ho adorato il suo Pastorale americana, ma anche libri “minori” come Everyman… il suo Lamento di Portnoy fu per me rivelativo, per certi versi…
di sicuro il fatto di non aver mai ricevuto un Nobel che avrebbe meritato non ne inficerà la grandezza e la memoria nei decenni a venire…
Condivido e rileggeró alcune pagine in questo tempo di macchie umane.
D’accordo con te, anche sui libri “minori”. Suggerisco “Il professore di desiderio”.
A presto, Es.
Si, bravo e dissacrante. Ho appena finito di leggere Sabbath’s theater in inglese. Non pensavo che si potessero raccontare cose del genere!