Roma – Via Fani, 16 marzo 1978 – ore 9.02
Un commando Delle Brigate Rosse rapisce il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e uccide i cinque uomini della scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi.
Cominciano i 55 giorni più lunghi della storia della Repubblica. Giorni di misteri, sotterfugi, collusioni, depistaggi. Conclusi nel modo più tragico e spietato: l’esecuzione dell’onorevole Aldo Moro.
Ricordare quella figura di politico onesto e visionario e perbene seduto sereno su una panchina ci permette di pensare, almeno per un momento, a quanto sarebbe potuto essere. Per lui, per i suoi cinque agenti di scorta, e per tutti noi.
Sicuramente sarebbe stato un Paese diverso , diversissimo .
Con altre persone al comando, di altro calibro , di altra stoffa.
Ricordo come fosse ieri l’interruzione delle lezioni per la notizia del rapimento di quello che è stato un grande statista, democratico nel vero senso della parola.
Oggi è il caso di chiederci che significato ha assunto il termine democrazia che pare completamente snaturato nella forma e nell’essenza soprattutto.
Bella foto e bella persona. Ricordare è giusto, mi ricordo anche della mia giovinezza, delle attese che avevo sul Paese e di quello che è successo dopo.
L’importanza delle persone si capisce solo quando non ci sono più, dai vuoti che lasciano e dalla difficoltà a trovarne altre serie, capaci e oneste come quelle che se ne sono andate. Cosa sarebbe stata l’Italia se si fosse fatto il governo del “compromesso storico” pensato da Moro?
Se penso ai cialtroni di oggi…
Sguardi ottusi versus visioni d’orizzonte. Così è (anche se non ci pare).
A presto, Es.