Qualsiasi sia l’esito di questa campagna elettorale, quasi certamente incerto, l’uso linguistico è invece, questo certamente, scadente e aggressivo.
La parola più usata è “attacco”, come se l’esercizio democratico del voto fosse, di default, comprensivo di battaglie e scontri.
Tizio attacca Caio, Caio attacca Sempronio, Sempronio attacca Tizio in una premeditata giostra degli scambi in cui il ruotare della stessa è talmente vorticoso da confondere, fino a tramortire, lo sbigottito spettatore/elettore.
Cara Es,
assolutamente in linea con la confusione globale….
Il linguaggio scadente ,gli attacchi aggressivi sono segno dell’anima ancestrale di un uomo che è inciampato nell’evoluzione, tornando a gioire del sangue del Circo.
Pollice assolutamente verso!
Chi voto?
Sigh…!