Quando Donald Trump é stato eletto a Presidente degli Stati Uniti d’America mi sono chiesta: “Chissà se il mondo lo regge per quattro anni.” Nel frattempo sono io a non reggerlo già più, nonostante il suo mandato abbia all’attivo una striminzita manciata di settimane.
“Sta facendo quanto promesso in campagna elettorale”, ti fanno notare compiaciuti i suoi sostenitori. Già.
Però… Però bisogna prendere atto di un salto di forma: ora quella istituzionale é equivalente a quella da tono elettorale. Nuovo oggetto di studio per chi si occupa di comunicazione. Che sta diventando non solo violenta e urlata ma anche estremamente povera di termini.
Tanto che il lessico usato da Trump é comprensibile anche a chi mastica poco inglese, segno forte e inequivocabile della decadenza dei tempi.
Perché Trump non usa un linguaggio semplice e chiaro, ma elementare e primitivo. Un linguaggio cioè che non contempla i termini mediani, quelli di cui deve essere ricco il desco delle trattative. Non solo in politica, ma nelle cose umane in genere.
Infatti sono le sfumature a raggiungere l’altro. Solitamente i colori primari tendono ad essere autoreferenziali.
Cara Es, tu che di parole ne conosci molte e con le sfumature adatte ad ogni evenienza , non puoi di certo accettare il lessico primitivo di Trump, presidente peraltro degli States!!
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Condivido la tua critica io che , grazie alle tue parole ,mi sento già più lieve …
Un abbraccio.
La forma di Trump è pessima come lo sono i suoi contenuti. Almeno in questo c’è coerenza.
Piuttosto dobbiamo chiederci per quanto lo reggeranno ancora gli amercani istruiti che non lo hanno votato e lo detestano prima di protestare in modo profondo boicottando le sue scelte.
Verò è che questi si sono allenati alla sopportazione con 8 anni di George.W. Busch!