Un capolavoro. Forse il capolavoro di Ken Loach, che alla soglia degli ottant’anni ci regala un film gioiello.
Per il taglio asciutto, libero da orpelli e retorica, e memore della lezione neorealistica.
Il suo “Io, Daniel Blake”, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2016, è una pellicola di potente denuncia, ma anche di sommessa e delicata speranza.
Denuncia nei confronti del sistema burocratico, in questo caso anglosassone, anche se ormai la questione è globale. Con la persona che rientra in un sistema di punti, codici a barre, risultanze, schemi et affini. Destinata a soccombere. E i diritti che restano intrappolati nel meccanismo e nell’indifferenza. Condannati ad urlare in silenzio.
Speranza viceversa negli incontri, in cui la condivisione e l’umanità permettono di respirare ancora qualche sparuta boccata d’ossigeno. L’aiuto reciproco quale salvagente nei marosi del nostro tempo, spesso disumano.
Davvero bravo il protagonista, Dave Johns, con il suo recitare in sottrazione. Come la luce, a tratti fredda. Diabolica quanto il sistema. Che può uccidere le persone ma non la loro dignità.
cosa intendi per “recitare in sottrazione”? ho cercato in rete ma non capisco
“Recitare in sottrazione” significa non gigioneggiare, non esagerare, non usare il troppo. Less is more è di chi può permettersi di non riempire la scena, non solo cinematografica, con tante parole. Spesso vuote.
Es.
Ps: non tutto è in rete…
Cara Es,
per me “Less in more” può diventare una filosofia di vita!
A proposito di burocrazia sempre più soffocante in ogni campo ……tale mentalità potrebbe essere la nuova strada per ripristi are la nostra dignità.
Si pensi solo alla nuova procedura per il bonus…..
Grazie della spiegazione sul “recitare in sottrazione”. “non tutto è in rete” potrebbe diventare un bel mantra. Suona anche bene: nontuttoèinrete nontuttoèinrete nontuttoèinrete nontuttoèinrete (ripetere ad libitum e sondarne gli effetti).
L’ho visto, mi è piacituto molto. E’ ben descritta la situazione demenziale in cui siamo finiti, anzi, dove sono finiti gli inglesi e potremmo finire noi… ho ammirato la bravura di Ken Loach nel descrivere il senso di spaesamento che si prova a gestire file e form incomprensibili, chiamate con risposte registrate, frustrazione da mancanza di rapporti umani sinceri. Andate a vederlo!
Hai detto bene, “situazione demenziale”, in cui la mente non è più presente.
A presto, Es.