Once upon a time c’era la fotografia. Per documentare luoghi, eventi, ritratti. Per fermare l’attimo fuggente. Per evidenziare un punto di vista.
In this time si fotografa proprio tutto, dal cibo a se stessi. Riversandolo poi, come un infinito blob, sulla Rete. Replicandolo così a dismisura.
Non si osserva, si scatta. In un’ansia montante di conservazione. Senza consapevolezza alcuna del momento.
Il paradosso ultimo, last but not least, è la foto dello scatto famoso (occhio alle mostre). Come elevare alla seconda, annullando però il fattore iniziale.
Cara Es,
Internet sta rovinando i rapporti umani, la scrittura ed anche l’arte del fotografare, snaturando tutte le attività che richiedono creatività e pensiero.
un danno dopo l’altro ma.. se la rete improvvisamente scomparisse…..??
Mi piace la tua espressione “ansia montante di conservazione” ! Forse c’è sempre stata solo che adesso è molto più facile da soddisfare, salvo poi accorgersi che l’attimo fuggente non era poi così importante….
In una spirale di autoalimentazione ossessiva…
A presto, Es.