Parole surreali mandate in onda ieri in un Tg nazionale.
Servizio sul nuovo anno scolastico. Piano lungo su una scuola elementare. Stacco. Primo piano su due gemelli di 9/10 anni con la madre. Domanda della giornalista: “Signora, cosa si aspetta quest’anno dalla scuola?” (Domanda originale e inaspettata). Risposta: “Visto che ogni anno i miei figli hanno cambiato maestra, ce ne fosse finalmente una che se li tiene per due anni.” (Risposta originale davvero e inaspettata anche).
Sì, la signora ha usato il verbo “tenere”, con la prossemica già in moto per raccontare il non detto: nel pronunciarsi allontanava dal proprio corpo gli amati pargoli indirizzandoli verso l’istituto.
E così si rivela, se mai ce ne fosse bisogno, il primo pensiero “scolastico” di certi genitori: la scuola quale luogo in cui qualcuno “tiene” la figliolanza, un’area di baby-sitteraggio, controllo et similia. E così il senso etico, civile, profondo di scuola ne esce, ancora una volta, tramortito.
Ma davvero a certi genitori interessa così poco di come siano “tenuti” i propri figli a scuola? E facendo cosa? E ascoltando quali storie? E imparando quali passi? Perché poi, curiosamente, a scuola si va per stare qualche ora. Ma sometimes accade che proprio lì impariamo a camminare una vita intera.
PS: Buon anno di sorprendenti camminate a tutti gli studenti. Ai miei in particolare.
Cara Es,
che dire ? Le parole della mamma che vede la scuola come area di parcheggio sono il segnale dello svilimento dell’attività che svolgiamo da parte della società.
Eppure sono sempre più convinta dell’importanza del nostro lavoro, faticoso ed impegnativo . Soprattutto ritengo rilevante lo spazio che bisogna dare alle discipline umanistiche in un mondo sempre più “aziendale”, per salvaguardare l’educazione in senso lato, aspetto che si rifletterà indubbiamente sul futuro. Infatti percepisco un grande disorientamento perchè mancano i valori certi , quelli che solo l’humanitas può garantire!