Sono trascorsi 15 anni da quell’ecatombe di inizio secolo. Ma il tempo interno si è allungato stringendosi. Come quelle maglie temporali di cui dicono esser fatti i buchi neri dell’universo.
Da allora molto, quasi tutto è cambiato. Soprattutto in termini di percezione. L’11 settembre è divenuto espressione di orrore, di gesto (dis)umano impensabile. Perché l’umanità è da sempre, purtroppo e ahinoi, abituata ai morti di guerra sul campo e alle perdite umane per cataclismi. Ma che qualcuno, scientemente, potesse pensare e attuare di entrare con un aereo in un grattacielo, sventrandolo, ha registrato nelle teste di noi umani un 2.0 di incubo sovraumano. O sottoumano.
Dando sempre più margine, per tenere a bada ansie ancestrali, alla virtualità dissociata dalla realtà. Quella virtualità in cui le immagini, con un click, tornano indietro. Rewind.
A differenza della realtà. Che non prevede ripensamenti né riavvolgimenti. Ma solo lucidità versus opacità delle menti.
Cara Es,
dall’11 Settembre ad oggi non c’è stata tregua : catastrofi su catastrofi.
E’ cambaito il modo di vivere, è cambiata l’economia, manipolata da un super cervello elettronico che dirige il traffico in tutto il mondo dettando leggi spietate che stanno soffocando l’uomo portandolo al delirio. Tanto che qualcuno negli
U SA se ne sta accorgendo ed incomincia a parlare di “etica economica”.
Vorrei tanto una tregiua in questa maglia del buco nero che ci sta fagocitando .
Vorrei uno spazio in cui il tempo non scorresse così vertiginosamente.
Tra la gente sento spesso questa affermazione( ultima oggi): ” Ormai la vita non ci riserva che correre…
A conferma della tua ipotesi reale del buco nero…
Le maglie temporali si allargano e si restringono, Einstein docet. E poi c’è la maglia rotta nella rete, Montale risponde…
Un abbraccio, Es.