Che una persona possa compiere un gesto folle, preda di qualche allucinante delirio, lo teniamo in conto. Ma solo nelle nostre pieghe più nascoste e profonde, per non cadere nell’ansia generalizzata. Pur sapendo che può accadere. Che le ossessioni possono avere la meglio.
Oggi a Monaco, esattamente cinque anni fa in Norvegia. Giovani le vittime, ora come allora. Dal raptus momentaneo alla lucida follia, il risultato è comunque mortifero ed insensato.
E tale è anche quello registrato sotto il nome “terrorismo”, che getta appunto terrore in nome di qualcuno o qualcosa. O può forse questo non dirsi “follia”? Il kamikaze che semina morte può non essere definito folle, seppur agente per una sigla?
Ma allora c’è da chiedersi perché certe sigle riescano ad essere tanto appetibili su alcuni, ormai numerosi, soggetti. Perché tali “idee” di distruzione totale risultano fascinatorie? E perché oggi i freni inibitori sono più labili? Crisi economica e migrazioni dei popoli e confini liquidi e consumismo relazionale possono essere alcune risposte. Legate anche alla fruizione di un tempo super-veloce in connubio all’onnipotenza dell’essere sempre connessi. Quindi social.
Non più però “animali” sociali che vivono con e per l’altro, bensì virtuali, per cui molte azioni assumono le sembianze di un videogioco in cui il tasto replay è sempre a portata di dito.
A differenza dell’esistenza reale, in cui non è contemplata la funzione di reset.
L’ha ribloggato su Trendynet worpress.
Grazie!
A presto, Es.
Hai toccato il punto focale ,cara Es.
L’essere in connessione permanente determina l’alterazione della consapevolezza del reale,l’annullamento della coscienza e della morale e libera istinti irrazionali
Abbiamo davanti stragi ormai quotidiane.
Solo ora si manifestano le conseguenze dell’uso della rete in modo esagerato, credo che crei dipendenza e complichi la vita anziché migliorarla. Speriamo che ciò che è accaduto spinga ad una riflessione maggiore, alla crescita di una comune consapevolezza.
Il caso “Pokemon go” non fa sperare, purtroppo, in una maggiore consapevolezza del medium.
A presto, Es.