Nella partita Inghilterra – Islanda degli Europei di calcio era difficile non vedere in campo, quale convitato di pietra, la parola Brexit. A tal punto che l’esito della disputa, questa volta non referendaria ma calcistica, ha visto l’uscita della “perfida Albione” dal torneo europeo.
Come se dal “Day After Brexit” tutte le porte del vecchio continente si chiudessero senza appello a chi le ha sdegnosamente snobbate.
Non diversamente dalla Spagna, battuta senza appello dagli Azzurri, squadra apparsa confusa come la sua nazione, uscita dal voto con un quadro ancora una volta frammentato e poco certo.
Ora, per trarre segni dagli aruspici del terreno di gioco, si guarda alla prossima sfida. Cioè a quella partita Italia – Germania dei quarti che porterà con sé ricordi atavici ma anche previsioni sul campo europeo politico.
Davvero possiamo credere ad un asse italo-tedesco a tessere le fila di un’Europa nuova e reattiva? O piuttosto, essendo ormai ai supplementari dell’Unione Europea, è tempo di rompere gli indugi e preferire scelte di sostanza ai soliti giochi tattici?
Mi hai letto nel pensiero. Mi sono svegliata stamattina con in mente un post come questo (ovviamente non riesco ad eguagliare il tuo eloquio ma, se non nella forma, nella sostanza…) che non scriverò. Spesso i pensieri nascono e muoiono nella mia testa senza prendere forma. Ad ogni modo, grazie per avermi anticipato, così almeno non mi dispiacerà aver rinunciato a scrivere l’ennesimo post.
Buona giornata. Ti abbraccio.
Cara Marisa,
pensieri in comune, passi simili per il mondo…
A presto, Es.
Ps: mi hai dato lo spunto per un post… Lo scoprirai!
Cara Es,
proprio vero che il gioco è metafora del mondo, della vita; quando poi si tratta di quello calcistico , allora il campo diventa davvero sinonimo delle dure contese ,anche se sempre più nebbiose ,tra le Nazioni.
Comunque gran bella performance quella degli Azzurri:
viva l’Italia, l’Italia che non muore
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viva l’Italia, l’Italia che resiste, ( nonostante il leave britannico!)
Salutoni !
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