Il Professor Umberto Eco avrebbe forse apprezzato questo calembour.
“Caino uccide Adele”, forse perché invidioso del successo della cantante inglese.
Ma il calembour è tale se riconosci il suo multiplo gioco. Se invece è inconsapevole perché di Caino, e dei suoi misfatti familiari, proprio non sospetti l’esistenza, allora cos’è? Non so, sospendo il giudizio. Però accade. Liceo, tema, titolo dettato, citazione sulla lettura: “Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.”
Il più sospirato “sob” scaturisce in me ripensando all’autore di tale aforisma.
Già, sei tu Professor Eco. Doppio sob. Avevi ragione a definire tale tempo con le incomprensibili parole del Pluto dantesco: “Pape Satàn, pape Satàn aleppe“.
E così sia.
Ps: Illogica per illogica, perché scegliere un tema di cui non conosco una parte, quando ne ho altri due a mia disposizione? Forse perché uno contemplava altri due personaggi, e non di soap, Ettore e Andromaca (chi sono costoro?), e l’altro il livello elementare e afasico del linguaggio giovanile. Già.
Cara Es,
un post da effetto shock !!
Hai ragione: se l’alunno fosse consapevole sarebbe davvero un bel calembour, visto che intorno ci sono tanti Caini che uccidono l’Adele di turno , ma in questo caso sento dentro un profondo turbamento .
Mi chiedo: “A chi parliamo? quale sostrato caratterizza i ragazzi “? Un gap troppo grande , grande al punto da non aver più niente da comunicare perchè manca il destinatario. L’emittente si chiuderà in un isolamento sempre più consistente.
Mi spaventa la mancanza di consapevolezza , di conoscenza soprattutto di emozioni.
La generazione di adulti che li precede forse ha fallito il suo compito di trasmissione di valori e sapere.
A presto, Es.