Sto in attesa del suo ritorno. Domenica sera, quasi notte.
Sapendo che mi farà nuovamente divertire e riflettere.
Come solo dove c’è ironia e intelligenza.
Insieme a quella leggerezza-stile dell’anatra che non mostra mai la fatica della ricerca. Ma che lascia tracce esplicite.
Con cui misurare il tuo cammino. Aperto, ma al coperto. Come solo una struttura a “gazebo” può permettere.
Con un punto di vista panoramico sul mondo.
Ps: molti reportage di “Gazebo” fanno ripensare al ruolo “primitivo” e “primario” del giornalista. Penso in particolare al loro “film” sul 2015, intorno ai “confini” dell’umanità. Da Scampia a Lampedusa, passando per la Grecia.