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Archive for dicembre 2015

Bansky, "Girl with a Balloon" - Londra 2002

Bansky, “Girl with a Balloon” – Londra 2002

E’ stato un anno di sfregiate libertà, con matite spezzate nel suo inizio e musiche interrotte al suo termine. E il tentativo di piegarci nel godimento stesso della vita, sia esso una vignetta satirica o uno spettacolo teatrale.

E’ stato un anno di rincorse libertà, attraverso un dolente Mediterraneo. Che ha chiuso tra le sue onde migliaia di sogni migranti. E tracce di un cammino possibile ed auspicabile per tutti noi.

E’ stato un anno di immaginate libertà, da caldo asfissiante e smog soffocante.  Che ci ricordano i tempi ridottissimi che la Terra ci impone per porre rimedio. L’ultimo possibile.

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good-houskeeping

Lo strano cammino delle parole.

Sentiamo pronunciare “attenzione“, ed immediatamente scattiamo sull’attenti.

E’ difficile del resto che “Acthung” non rievochi tempi spaventosi.

Eppure l’attenzione è anche cura per l’altro, occhio speciale e affettuoso verso qualcuno a cui vogliamo bene.

O che, semplicemente, ha bisogno di noi in quel momento.

Attraverso un gesto di attenzione. Che, se affettuosa, si fa “manutenzione”.

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merry christmas

Buon Natale a tutti i viaggiatori di “espress451”.

Che serenità e lentezza abitino i vostri cuori.

Auguri!

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natale-mercatini-2

“Era uno spettacolo impressionante, i mille lumi delle vetrine, i festoni, le ghirlande, gli abeti e lo sterminato ingorgo di automobili che tentavano affannosamente di andare avanti e il formicolio vertiginoso della gente che andava e veniva, entrava ed usciva, si accalcava nei negozi, si caricava di pacchi e pacchetti, tutti con un’espressione ansiosa e frenetica, come se fossero inseguiti. […] Dovunque le due bestie guardassero, ecco uomini e donne che facevano pacchi, e preparavano buste, e correvano al telefono, e si spostavano da una stanza all’altra portando spaghi, nastri, carte. Dovunque arrivassero, era il medesimo spettacolo. Andare e venire, comprare e impacchettare, spedire e ricevere, imballare e sballare, chiamare e rispondere. E tutti guardavano continuamente l’orologio, tutti correvano, tutti ansimavano col terrore di non fare in tempo. Per le strade, nei negozi, negli uffici, nelle fabbriche, uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi l’un l’altro, come automi, delle monotone formule. “Buon Natale, auguri, auguri, felici feste, grazie, auguri, auguri, auguri“. Era un brusio che riempiva la città. […] –Mi avevi detto – osservò il bue – che era la festa della serenità, della pace, del riposo dell’animo. –Già – rispose l’asinello – Una volta era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno all’avvicinarsi del Natale, gli uomini vengono presi da grande agitazione e non capiscono più niente.  […] – Ce n’è troppo di Natale, allora. Ma ti ricordi quella notte, a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino? Era freddo, anche lì, eppure c’era una pace, una soddisfazione. Come era diverso! […] – E quei tre ricchi signori che portavano regali, li ricordi? Come erano educati, come parlavano piano, che persone distinte. Te li immagini, se capitassero in mezzo a questa baraonda? E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle di solito hanno vita. -Ho idea di no – disse il bue, scettico. – C’è poca aria di stelle, qui. Alzarono i musi a guardare, e infatti non si vedeva niente. Sulla città c’era un soffitto di caligine.”

Da “Ce n’è troppo di Natale” di Dino Buzzati (1906/1972)

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Concerto memorabile quello dei Negramaro, “La rivoluzione sta arrivando“.

Per le scenografie, avveniristiche e di notevole suggestione.

Per l’energia, attorale e strumentale.

Per la scaletta, autentica summa della loro produzione.

E per quella voce, estesa e graffiata, color amaranto, di Giuliano Sangiorgi.

Ps: tra le mie preferite “Il posto dei santi“, per le sonorità e il video-fumetto, tecnica trasferita anche sul palco. Rivoluzionando in parte la percezione del concerto stesso. Che resta sotto pelle. Con quel verso che ti riecheggia intorno, “siamo sostanza che non può sparire“.

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“Siamo tutti il grande amore di qualcuno” scrive Andrew Sean Greer nell’incipit del suo romanzo “Le confessioni di Max Tivoli“.

Mi è tornata in mente questa semplice ma audace affermazione vedendo l’ultimo film di Maïwenn Le Besco “Mon roi-Il mio re“.

Emmanuelle Bercot per questo ruolo, l’avvocatessa Tony innamorata e soccombente, ha vinto il Premio di Cannes come miglior attrice. E’ talmente brava nelle sue diverse sfumature che vedi le sue mutazioni nel tempo come se la conoscessi da sempre.

Vincent Cassel è vero che è affascinante quasi per definizione. Ma qui riesce a rendere il carisma del seduttivo e travolgente imprenditore Georgio nei particolari e nei comportamenti, quelli che fanno girare la testa a Tony. Facendole perdere l’equilibrio. Completamente. Fino a farsi male. In tutti i sensi.

Non è solo una storia che inchioda lo spettatore, ma un film che con abilità tecnica e narrativa si aggira intorno ad emozioni e sentimenti. Scardinandoli. Cioè, letteralmente, facendoli uscire dai loro cardini. Aprendo così nuove porte ai protagonisti. E forse anche a chi guarda.

 

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ELLE

21 novembre 1945: nasce “ELLE”, rivista francese di moda e bellezza. Presto diventa internazionale con 42 edizioni in 60 Paesi.

Eleganza, glamour, stile, tendenze. Tutto in un magazine.

Settant’anni di charme. Tanto di chapeau.

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Balthus - "La Rue" (1933)

Balthus – “La Rue” (1933)

Chissà a quale rue parisienne pensò Balthus dipingendo questo quadro.

Di sicuro volle rappresentare la vita nel suo farsi. Ogni giorno. Gesti quotidiani.

L’amour, le travail, le jouer. Semplicemente la vie.

Ps: l’augurio è che le vie di Parigi, ma non solo, tornino nuovamente alla vita. Nel suo giornaliero dipanarsi.

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luna1

Guardo la luna e ripenso al nostro racconto tra cielo-vita-stelle.

E a quel Leopardi che ancora recito, un po’ più sola.

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, / Silenziosa luna?“.

Quella domanda narrata a te dalla tua nonna, a me figlia da te mamma.

Filo di ricordi, ricordi sul filo…

Ne tengo ancora un capo“, recitava il Poeta.

Trattieni il tuo, di filo, mamma. Teso intorno alla nostra luna.

Che sia visibile, anche da qui.

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Giubileo-della-Misericordia-Roma-2015

Oggi è l’inizio ufficiale del Giubileo della Misericordia.

A darne l’avvio, un gesto simbolico quale l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro.

Anche se l’inizio reale di tale Giubileo, peraltro straordinario, è già stato dato da Papa Francesco il 29 novembre in Africa, a Bangui. Con l’apertura della Porta Santa della Cattedrale della capitale della Repubblica Centroafricana.

Compiendo così un gesto forte e unico nella storia dell’umanità. Rendendo le periferie del mondo centrali e protagoniste. Con un senso profondo e completo dell’ecumenismo.

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