Ammetto di averci pensato: vado o non vado.
E’ il sabato sera dopo la carneficina di Parigi.
Andare a teatro mi pone nell’identificazione, seppur lontana, con gli spettatori del Bataclan.
Parigi appare però vicina. L’autore, Simenon. L’ambientazione, un Bar. Paradossalmente il “Liberty Bar”.
E la musica. Francese. Quella che riconosciamo come distensione di vita, piacere allungato. Joie de vivre.
Il commissario Maigret che indaga. E per un momento speri che il suo metodo faccia luce sugli omicidi di oggi.
In cui però di giallo non c’è nulla. Solo nero, terrore, orrore.
Il divertimento di un sabato sera a teatro si è fatto un po’ più stretto.
Ma ho sentito, in un modo minimo, di continuare la scelta della serata precedente degli spettatori francesi.
La scelta di un’effimera pausa giocosa. Che per una follia disumana si è fatta pausa definitiva di vita.