«Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola
e del mondo col tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale,
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.
Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento
al tramonto dell’uva e di vendemmia.
ti abbiamo seminato di annegati più di
qualunque età delle tempeste.
Mare Nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite,
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, abbraccio, bacio in fronte,
madre, padre prima di partire»
Erri De Luca, Piazzapulita 20 aprile 2015
il mare lo frequento anche d’inverno per tuffarmi nel suo vivace gelo.lo amo.quì il pittore nonostante i tocchi di rosso per renderlo più luminoso,non c’è riuscito per i luttuosi avvenimenti in cui è stato suo malgrado coinvolto. Lirica di esperta mano ,anch’essa inevitabilmente salata anche di pianto.
Bellissima, nella sua crudezza.
Grazie, Ester, per averla postata.
Un abbraccio
Grazie a te, cara Marisa. Bello ritrovarti, sometimes, sul mio “treno”.
Un abbraccio, Es.
Gra zie per questa preghiera laica.
Mi ha fatto venire in mente la festa del mare che si tiene il 31 luglio ad Arma di Taggia . Di notte migliaia di lumini colorati sono trascinati al largo dalla corrente marina , a ricordare le anime degli annegati. In questi ultimi anni la medesima festività ( religiosa dedicata a San Erasmo) si tinge di nuovi significati , umani, troppo umani !!
Ciao.