Le parole finiscono quando qualcosa è più grande di noi.
Che tanti uomini e donne e bambini muoiano in mare, quello nostrum, scappando dalla guerra alle loro spalle, è un’emergenza umanitaria di proporzioni ormai bibliche.
Ed è criminoso che il mondo giri la testa altrove. Come se qualcuno, in fuga da chi lo insegue per ucciderlo, bussasse alla nostra porta e noi fingessimo di non sentire perché occupati a stendere il bucato. Avendo steso a questo punto per sempre la nostra umanità.
Ps: Proprio oggi, in drammatica coincidenza, è iniziata a Torino l’Ostensione della Sacra Sindone, quel lino che in sé porta scritto il dolore e l’amore dell’Uomo.
da diversi mesi io sto suggerendo di approntare una linea di traghetti con posto di accoglienza sulla IV sponda :controllo identità e sanitario.Portando in Italia quelli documentati.Non devono entrare in nessun altro modo. Non si affogherebbe nessuno,
Una coincidenza che parla della disumanità umana . Quel barcone diventa il simbolo della Passione contemporanea , e fa sentire vergogna in chi ancora nutre in sè un pò di amore per gli altri . Non si può provare distacco nei confronti di un fatto che riguarda tutti, indistintamente responsabili di una tragedia senza scampo.
L’uomo è morto in quel mare maledetto.
Hai detto bene Sonia, l’uomo è morto in quel mare maledetto.
A presto, Es.
noi addossiamo tutta la colpa al mare, che è poi la nostra genitrice .Ha le sue regole e chi non le rispetta rischia