Libro all’apparenza “strano”, nel primitivo senso del termine. “Estraneo”, cioè “fuori dal conosciuto”, quindi “etranger“-“straniero”.
In effetti già il titolo appare “strano”: “la lingua restaurata e una polemica – otto sonetti a londra“. Una commistione/ibridazione/gioco libero, che è poi il libro stesso.
Partendo da 12 prose/quadri su 12 luoghi di Londra che il Poeta rende concretamente eterei e bellissimi, il libro osa poi una variatio intorno al concetto di “restauro” dell’arte, sia essa colore o lingua. Spunta anche una discussione politica tra Machiavelli e il “Tenerissimo”, alias l’autore stesso, sulle sorti dell’Italia.
Libello non semplice ma bello, soprattutto per il gioco ardito sul sonetto, composto/tradotto/scomposto, che ne fa un’autentica chicca per i linguisti e i curiosi. E gli omissis di copertina, tratti neri di pennarello su parole, non tolgono/coprono/nascondono. Bensì aprono spiragli/riflessioni/fantasie. Perché, come scrive Magrelli, “in poesia, il meno è il più“. Così il Poeta, in sottrazione, toglie patina alla lingua e ai pensieri. Facendosi restauratore.
desta curiosità
Che sottigiliezza questo testo “etranger”, adatto ad addetti ai lavori , a linguisti di alto livello, che possono permettersi giochi raffinati e artificiali con il linguaggio.
Un libretto avanguardista, mi pare di capire, che mantiene però il legame con il passato . Forse un segno concreto di un nuovo linguaggio del domani ?
Un pò mi ricorda Borges: tuttto è già scritto: si tratta di restaurare .
Bellissimo il concetto di Magrelli , che fa parlare il vuoto, lo spazio bianco ..
Ciao Es, vedo che Londra è sempre presente:
Buona settimana..
alieno,dunque.
You’re right!
See you soon, Es.