Una vita dedicata al teatro quella di Luca Ronconi: “Ho imparato a conoscere il mondo attraverso il teatro. Da adolescente ero completamente chiuso su me stesso. Poi facendo il regista, non l’attore, ho imparato a conoscere gli altri e me stesso“.
E con le sue regie ha rivoluzionato la storia del teatro, a partire dall’innovativa messa in scena, definita “spettacolo-festa”, dell’ Orlando Furioso di Ludovico Ariosto adattato da Edoardo Sanguineti. Uno spettacolo immaginifico, con gli attori a recitare in contemporanea in spazi diversi spostandosi su enormi oggetti e carrelli scenici.
E che dire intorno al gioco temporale sperimentato su una delle “sue” attrici, Mariangela Melato, che fece invecchiare di centotrent’anni ne L’Affare Makropoulos, per poi ringiovanirla a sei anni di età in Maisie?
Sperimentazione sempre, anche da Direttore di Teatri Stabili, da quello di Torino (per Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus l’azione scenica ha occupato tutto lo spazio dell’ex-fabbrica Lingotto) a quello di Roma, fino al Piccolo Teatro di Milano. Creatore di spettacoli, istruttore di attori, scardinatore dei linguaggi di scena. Una continua “anomalia” come si definiva lui stesso: “So benissimo di essere un’anomalia, anche come regista. Se c’è stato qualcuno sempre pronto a disconoscere quello che aveva appena fatto sono proprio io. Questo non è solamente bizzarria o insofferenza… Quello che posso fare è cercare di mantenere viva la curiosità per quello che succede intorno, per ciò che è necessario”.
Che è poi la ricerca di senso di questi nostri tempi. A cui Luca Ronconi riusciva a dare forma. Innovativa e profonda.
Un uomo che ha imparato la vita attraverso il teatro. Grande personaggio, senza dubbio , a cui la nostra cultura deve molto.
Buona domenica a tutti.
megalomania ? Anche.
Invidia tua? Forse.
Es.