Il 65° Festival di Sanremo ha spiccato “Il Volo” per ascolti, da record, e per i vincitori, annunciatissimi e bravissimi.
La parola “amore” sembra aver vinto su tutto. Autore Orazio, o forse Conti. Sapendo che la settimana festivaliera cadeva in quel di San Valentino, ha preparato tutto col “cuore”. E intorno alla rima baciata, appunto, con l’amore.
Non solo i testi viaggiavano quasi tutti sui binari sentimentali, ma anche le storie raccontate sul palco dagli invitati famosi e non declinavano invariabilmente intorno al cuore.
E così il titolo del vincitore non poteva che essere “Grande amore”. I tre ex tenorini hanno riportato in patria quel talento già evidenziato sui palchi di mezzo mondo, esportando il bel canto italiano che tanto ci invidiano all’estero. Anche se in Italia il loro canto può risultare a tratti un po’ antico, raccontando peraltro, come da sempre fa il Festival, il momento storico del Bel Paese. Che spera di prendere finalmente “il Volo”, ricominciando dalle solidità e dalle certezze del passato.
Già, forse un passaggio più di restaurazione che di rivoluzione, nonostante “rottamare” sia il verbo del “Nuovo Corso”. Verbo che, curiosamente, fa rima col verbo “amare”. Pur svolgendo però un ben diverso mestiere.
Davvero una bellissima vittoria supermeritata dei bravi ragazzi i già divi mondiali, che hanno però mantenuto la loro semplicità e purezza di cuore dettata da un amore profondo per la musica. Cara Es, condivido quanto dici riguardo quel tanto di “antico”del loro canto, la forza vincente, l’ossigeno da cui ripartire per un nuovo domani. Un messaggio semplice arrivato diritto al cuore !!
Un bel festival in tutto e per tutto: raffinato, elegante, divertente, ironico nei limiti del buon gusto, forse una lezione per una “nuova educazione” che deve partire dall’amore.
In realtà il mio post voleva essere ironico su molto del Festival, a partire dal suo alto tasso zuccherino, che rischia di far alzare la glicemia… Anestetizzandoci di fronte a quanto accade. Che sia un caso che la riforma del Senato sia avvenuta durante la fruizione delle canzonette festivaliere?
A presto, Es.
In effetti, cara Es, per un paio di giorni non ho pensato alla politica ! Effetto del Festival ! una delle tante distrazioni ( che ho apprezzato davvero) durante le quali -è vero- qualcuno lavora , soprattutto di notte , firmando decreti. E tutto passa impercettibilmente sulle nostre teste . Che questo spettacolo sanremese sia proprio come il panem et circenses degli antichi Romani ?
In ogni caso difendiamo la bella musica, prodotto non della politica ma di veri talenti.
A presto. S.