Lo so, si tratta di una mostra ormai conclusa. Ma “C’era una volta in Italia. Il cinema di Sergio Leone” merita una riflessione su quanto di questo cineasta visionario e innovativo ci sia ancora da indagare e scoprire, traendone insegnamento e piacere.
Immagini, documenti, costumi, pistole, frammenti, testimonianze, rarità d’archivio, inediti e fotografie della famiglia Leone sono state raccontate con cura e dovizia di particolari. Ripercorrendo il cammino da pioniere di Sergio Leone nella filmica europea del Far West.
Ed è nella comparazione di alcune sequenze che si scopre che la genesi del famoso “triello” finale de “Il buono, il brutto, il cattivo” sta già, in nuce, nella scena del duello della pellicola precedente, “Per qualche dollaro in più“, in cui Clint Eastwood interpreta già il “terzo” che, solo guardando, partecipa però alla sequenza stessa. E non appare un caso che nel “triello” lo spettatore ritrovi poi Clint il “buono” e il “cattivo” Lee Van Cleef, scoprendo invece trasformato il precedente indio Gian Maria Volonté nel “brutto” Eli Wallach.
Un cinema epico quello di Sergio Leone. Non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello letterario.
un appagante regista
Ogni volta che si ritorna su un film, un libro, un autore, un ‘opera, si scopre con meraviglia un pezzetto nuovo, si coglie un messaggio prima sfuggito, un dettaglio non afferrato, si rivisita con occhi nuovi il tutto completando il mosaico .
Come nel caso di Sergio Leone : un western al quadrato!