Di quel giorno, 1° maggio 1994, ricordo tutto.
La visita di un caro amico giunto da lontano, la giornata bella e luminosa. E poi, improvvisamente, la notizia che oscura sole e leggerezza.
Ayrton Senna mi piaceva tanto, più l’uomo del pilota. Perché in quel suo “esser bello come il sole” c’erano anche le nuvole di malinconia, quei luoghi tutti suoi in cui sometimes sembrava allontanarsi per ritirarsi dal mondo che lo voleva divo.
Ma fu il destino, quel giorno, a renderlo nella mortalità icona immortale. Fermando quello sguardo che, ancora oggi, sembra guardare lontano, oltre.
A volte, episodi che sembrano maligni,si rivelano invece necessari..Quelli commessi da al-Khidr,,il Verdeggiante,Messaggero dell’Altissimo,(Corano :Sura XVIII ,Al-Kahf ,La grotta.vv 59-82),meravigliarono Mosè che protestò:Ma al-Khidr gli spiegò che solo in apparenza sembravano atti pravi.,ma in realtà voluti dalla Provvidenza..Quello che è successo ad Ayrton gli ha donato una mitica ed unica immortalità,almeno in terra.Di questo siamo certi..Il Vangelo insegna che il dolore è la via al supremo compenso..
Bellissima foto!
Anche io ricordo quel momento davvero triste, non sono mai stata appassionata di sport fatti per dare spettacolo, ma di lui mi colpiva l’uomo, non il pilota.
Che profilo delicato hai costruito ! molto significativo nel delineare un bellezza velata di malinconia , forse data dal tipo di professione che svolgeva, sempre sul confine.
Buon 1 maggio.