“Ed ecco che, nell’inverno del 1918, la Città viveva una vita strana, innaturale, quale con ogni probabilità più non avrà a ripetersi in tutto il ventesimo secolo. Di là dalle pareti di pietra tutti gli appartamenti erano stracolmi. La gente che da tempo immemorabile ci viveva si stringeva e continuava sempre più a stringersi, per accogliere, volente o nolente, sempre nuovi rifugiati che confluivano nella Città. E questi arrivavano proprio da quel ponte simile a una freccia, da quei luoghi da cui si levavano enigmatiche foschie azzurrognole. […] Chi sparasse, e a chi, nessuno lo sapeva. Accadeva di notte.” – Da “La guardia bianca” di Michail Bulgakov.
Parole nuove di un secolo quelle dello scrittore russo, capaci come solo la poesia di squarciare il velo sull’ottusità e ripetitività umane.
Parole incredibilmente profetiche in relazione alla crisi dell’Ucraina.
Se penso a” Il maestro e Margherita” del medesimo autore ,trovo anche lì una precoce lettura della superficialità e vanità della vita moderna in generale.
I grandi hanno già scritto la storia..
Buona Domenica
se non cambia qualcosa a livello di gestione economica del progetto Europa… la rivolta di Kiev non sarà certo l’ultima, purtroppo.
TADS
Davvero Ester, sembrano parole scritte oggi!
Buona serata
Nives