“Sei diventato il sogno luminoso / che si inerpica leggero nel mio / tormentato sonno, trasparente / medusa che sfioro e intuisco / solo quando non sento e non penso.
Creatura divina, mi sorridi / con movenze a te appartenute / in nuce, e qui ora, nella reale / fragilità dell’attimo altro, / librate nella loro intima e duratura assenza.“
Da “I colloqui dell’assenza nel giardino dei passi perduti” (Ester Maero)
A papà Sergio, nei dieci anni di assenza-presenza… (15 febbraio 2004 – 15 febbraio 2014)
Quando la morte ci colpisce un affetto,anche a chi spegne conferisce il proprio ossimoro assenza -presenza.Dove la presenza è grata caleidoscopica sequenza di delicate immagini che si accendono in noi,e,l’assenza ,il loro fatale doloroso spegnersi.
Già dieci anni sono trascorsi e sembra ieri, forse proprio per la presenza costante dei nostri cari , che annullano le distanze. Il tempo risulta del tutto relativo.
L’altra dimensione è lì, davanti a noi, anche se non la vediamo, ma la “sentiamo”.
Una preghiera e un abbraccio.