“Lascia Auschwitz fuori da questa casa“, è la raccomandazione che viene fatta ad Anita quando, uscita dal lager, viene accolta da parenti.
Ed è ciò che è accaduto allo stesso regista Roberto Faenza al momento della distribuzione del suo ultimo film, Anita B., ispirato al romanzo autobiografico Quanta stella c’è nel cielo di Edith Bruck. “Mi è bastato accennare al fatto che la protagonista del film fosse una giovane sopravvissuta di Auschwitz ed ecco che le porte delle sale cinematografiche si sono rinchiuse”, ha dichiarato il regista alla presentazione alla stampa della sua pellicola, aggiungendo: “Abbiamo trovato difficoltà ad uscire in sala. Non mi è mai accaduto di uscire con 15-20 copie: è offensivo verso il pubblico“.
Auschwitz tabù? Per Roberto Faenza l’Italia continua a restare “in un tranquillizzante oblio, una rimozione tale da impedirle di lavorare sulla memoria come dovrebbe, questo rispetto all’Olocausto ma anche ad altre stragi o fatti atroci. Colpevole a mio avviso è la televisione che è nemica della memoria.“
Di fatto il film è il racconto di un ritorno alla vita, accompagnato dalla necessità-dovere di ricordare. Un film sulla memoria, quella traccia mnestica che ci permette poi di lasciare altre successive tracce. Come pensa tra sé e sé Anita nel finale: “Sono serena perché viaggio verso il passato con un solo bagaglio: il futuro“.
Ho sentito parlare del film ma non immaginavo che il regista avesse avuto queste difficoltà. A me la cosa sembra veramente vergognosa.
Ciao, cara Ester.
Un abbraccio.
Sconvolgente la dichiarazione del regista ma , a ben vedere, non mi stupisco molto, perché fuori dalle mura dell’istituzione scuola dove si richiama con mostre fotografiche, letture , riflessioni e conferenze il giorno della Shoah, non percepisco ormai da tempo altrettanta attenzione pubblica; il che induce inevitabilmente a pensare che siamo un popolo carente nella coscienza, soprattutto storica . Ma, come diceva Cicerone , un uomo che non conosce la storia e che non porta “tracce mnestiche” nel bene e nel male, non è. uomo.
Buona giornata.
@ sonia
L’impressione non è di un popolo tiepido nei confronti di un tale obbrobrio, ma per alcuni versi anche connivente con certi silenzi. Del resto tante sacche di razzismo e antisemitismo continuano a respirare tra noi. Purtroppo. Per tali motivi la soglia di attenzione va tenuta alta.
@ marisamoles
Cara Marisa, saperlo ha lasciato stupita e senza parole anche me. Ma non si può dimenticare che questo è il Paese in cui i film che girano in 200 copie sono quelli dei vari Checco Zalone et affini. Forse è il caso di cominciare a far sentire la propria voce perché rischiamo di diventare la nazione che, dopo esser nata da Padri costituenti della levatura di Calamandrei, è divenuta poi adulta con Padri furboni e ladroni. E la scelta sui nomi si è fatta davvero troppo ampia.
Un abbraccio, Es.
Non ci crederai – o forse sì! – ma a scuola, parlando di questo film, ho fatto lo stesso paragone … con Checco Zalone. I ragazzi mi hanno rivolto uno sguardo solidale, grazie a Dio! 🙂
Buona notte. A presto.
Cara Es anche l’episodio di ieri è inquietante e obbrobrioso.
E fa paura che siano molti giovani a riempire queste sacche.
Ciao.