Il nome, l’ho scritto più volte, in qualche modo ti destina.
Che il senatore (sob!) Vito Crimi (doppio sob!), del Movimento Cinque stelle, fosse già uso alla gaffe l’aveva denunciato più volte egli stesso coi suoi comportamenti e le sue uscite verbali.
Ma ora siamo alla maleducazione e all’insulto pesante. Da parte di un rappresentante delle istituzioni. Nei confronti di un avversario politico. Che si combatte sempre sul piano delle azioni/opinioni e mai della salute o dell’anagrafe. Però tant’è. Crimi il vizietto dell’offesa non lo perde, anzi.
Non finisce qui. Perché oltre che cafone dimostra anche di essere recidivo nella comprensione dei regolamenti (ma cosa ci fa ancora a Palazzo Madama?): era già stato ripreso e sanzionato per aver inviato un tweet durante una riunione della Giunta e ora bissa la sua fantastica impresa, facendolo addirittura durante la votazione per la decadenza da senatore del Cavaliere.
Ora, o è il miglior amico del Caimano, visto che il voto poteva essere inficiato per questa sua notevole trovata, o forse un cambio vocalico urge per definire meglio la sua appartenenza. Non politica, ma comportamentale.